Recensione tratta da rumore n.142, novembre 2003
E' una delle hit incontrastate del circuito punk
do-it-yourself, e non a torto: in un crescendo delirante
loro gridano "uomo pera" e i kids replicano
in coro "merda!" e il rito si compie. il
brano è -l'avrete capito- Uomo Pera, e loro
sono i bolognesi Laghetto, autodescrittisi come i
"refused internati in un reparto di psichiatria".
ma se state pensando a qualcosa di goliardico vi sbagliate
di grosso. trattasi di hardcore creativo coi fiocchi,
poco stereotipato e molto potente, forte di stacchi
mirabolanti e testi geniali (vedere ss.napoli football
players 1982-1989, o lo straripare verbale degno di
un poeta slam di la mano senza dita e l'odore dei
pomeriggi).
recensione tratta da munnezza
Un disco dei Laghetto ha il potere di riconciliarti
con una scena hardcore che spesso esaspera certi suoi
atteggiamenti e che, comunque, si prende troppo sul
serio: non parlo qui di un aspetto in particolare
dei tanti possibili (non ci penso nemmeno a ridurre
ad un unicum una realtà così frastagliata!),
ma di quell'aurea di solennità e superiorità
che circonda un po' tutti gli adepti al sacro circolo
del rumore. I Laghetto questa visione la minano dall'interno,
ne mettono in mostra senza alcuna pietà gli
aspetti più discutibili, la criticano inflessibilmente,
pur sposando in pieno - e qui sta il bello - e in
maniera più coerente di qualsiasi altro i principi
fondanti dell'hardcore. Che ovviamente sono l'autoproduzione
e la musica come arte e mezzo di comunicazione e di
protesta, mai di business. In che modo? Non direttamente,
ovvio: sarebbe stupido nonché troppo facile;
evitandone, invece, con grande abilità i luoghi
comuni più inflazionati. Intitolando un disco
"Sonate In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette
Urlanti"; realizzando per esso un artwork e un
packaging tra i più originali ed efficaci mai
visti quantomeno in Italia; radunando ben quindici
etichette indipendenti per la produzione; chiamando
le proprie canzoni Proud of my pappagorgia, Armageddon
in casa Lapenta, L'odore dei pomeriggi (quando li
butti via); dedicando un brano alla memoria del grande
Carmelo Bene (Requiem for CB), che per quanto geniale
fosse non credo s'intendesse di hardcore; imbastendo
i soliti testi tra nonsense e humour (anche di colore
nero, a volte: "La mamma aveva un figlio di nome
Samuele. Adesso ne ha un altro, uno nuovo, e si chiama
Gioele" è quello, peraltro "fantasma",
di Gioele stai attento - ve lo ricordate il delitto
di Cogne, no?).
Insomma: non usano slogan e forme trite e ritrite
di dialettica panc per esprimere quei sentimenti di
disprezzo che sono (giustamente) cari a molti del
giro, e piuttosto che scrivere l'ennesimo, inutile
e scontato pezzo contro Berluskoni, scrivono un pezzo
come Uomo pera, e il risultato è maggiore.
Ve lo assicuro. In ogni caso, non condivido affatto
questa recente tendenza generalizzata a voler liquidare
i bolognesi con aggettivi come "pazzi",
"fuori di testa", o peggio ancora "demenziali";
perché è chiaro e palese che i Laghetto
non sono affatto un gruppo trash, né involontariamente
né per necessità (come sovente accade,
soprattutto proprio tra quei gruppi che si credono
"politicizzati"), bensì Tuono Pettinato
(uomo immagine della band, colui che suona una chitarra
finta) e soci hanno delle teste molto ben funzionanti
sulle spalle e si servono di tale linguaggio nello
stesso modo in cui si servono della loro accentuata
teatralità on stage e nelle interviste, ovvero
per perseguire uno scopo dannatamente concreto. Per
dirne una: nei concerti benefit di ogni ordine e grado,
soltanto di rado non si registra anche la loro presenza.
Fateci caso. Ed è per questo che possono permettersi
di fare il verso all'intoccabile ed irraggiungibile
Carla Bruni di Quelqu'un m'a dit (sono riusciti a
fare a pezzi pure questo), o di dare vita ad una canzone
come S.S. Napoli football players 1982-1989, cioè
una sfilza di nomi tratti dalle formazioni della squadra
campana di quel periodo preceduta da una "normale"
lirica trascritta sul libretto in un esilarante inglese
maccheronico, oppure ancora di dissertare pacificamente
e dovunque ne abbiano la possibilità del loro
proverbiale ninja-core, e mantenere nonostante ciò
una credibilità inattaccabile. Noi che i Laghetto
li conosciamo da anni, da prima di quei tanti che
(per fortuna) ora, ma solo ora, ne tessono le lodi
(tanto che possiamo anche fare a meno di spiegarvi
com'è la musica - per questo si vedano le recensioni
del demo e del promo, nonché quella dello split
coi Magazine Du Kakao e l'intervista), lo sappiamo
bene. Se ancora non possedete l'ameno oggettino in
esame e - sbruffoni - non avete intenzione di procurarvelo,
potete allora procedere - non prima di esservi comprati
e letti avidamente un numero di "Cronaca Pera"
("Settimanale di storie plausibilissime e donne
nude a vanvera") - con il seppuku e dire addio
ai vostri sogni di hardcore.
recensione tratta da radioriot
Questa è la recensione più difficile
dellanno. Come si fa a rendere appieno il senso
di questa band in poche righe? Bha, ci provo: i Laghetto
non sono un semplice gruppo post-core, sono qualcosa
di più. Non sono demenziali, sono surreali.
Non sono disimpegnati, sono volutamente e intelligentemente
sopra le righe. I Laghetto sono una creatura fantastica.
Hanno un senso dellumorismo indiscutibilmente
superiore. Hanno unattitudine hardcore pura
e incontaminata. Sono al tempo stesso inconsistenti
e densi di significato, a seconda di quanto si vuole
andare in profondità. Lunico modo per
farveli conoscere non è quello di recensirli:
non sono così bravo e non vorrei sminuirli.
I Laghetto si recensiscono da soli (come sfornatutto),
facendosi ascoltare, facendosi leggere, facendosi
assimilare giorno dopo giorno. Trovate il disco, visitate
il loro sito e quello della loro piccola etichetta/casa
editrice www.donnabavosa.com, leggete i loro fumetti
(di Ratigher e di Tuono Pettinato) e le tante interviste
rilasciate per fanze e webzines, andateli a vedere
dal vivo e, se possibile, scambiateci quattro chiacchiere.
Se, dopo tutto questo, scoprirete che i Laghetto non
vi piacciono, non abbiate paura: i Laghetto non devono
piacere o non piacere. Lo sanno solo loro quello che
devono fare (forse).
In ogni caso, non me la sento di recensirli, davvero.
Mi dispiace, perché meriterebbero cose migliori
di quelle che ho detto. Spero di avervi confuso le
idee a sufficienza.
Stupefacente ninja-core (hc new school in high tech
reinterpretation) dalla polimusicale Bologna! I Laghetto
danno luce alla brutalità demenziale della loro pappagorgia
e del loro stile unico e inarrivabile! 10 canzoni
dov'è impossibile trovare una demarcazione tra la
realtà e l'impossibile, capaci di stupirci dalla prima
nota all'ultimo urlo.
Baciamo le mani.
recensione tratta da zeromagazine
Ci si lamenta tanto che i gruppi italiani sanno solo
scimmiottare l'estero, ed allora perchè tra
i vostri dischi manca ancora quest'album che regolerà
tutti i conti a colpi di Ninja-Core? Il full-lenght
dei bolognesi Laghetto, uscito un anno fà è
stato un micro-evento nella scena italiana : quindici
etichette unite per la produzione di quest'album (tra
cui la Donnabavosa Records, degli stessi Laghetto),
spirito in apparenza demenziale (a partire dai nomi
dei quattro componenti tra cui domina Tuono Pettinato!)
e un suono maturo e quanto di più seriamente
massiccio ed elaborato si può trovare in casa
nostra.Per descriverli si potrebbe pensare alla pesante
attitudine noise dei Botch dove gli scatti isterici
vengon esaltati al modo dei Refused, con ogni tanto
passaggi che sono innegabilmente lo sviluppo del Punk/Hc
italico, con testi cantati perlopiù in Italiano
nonsense. Ma di questo siam davvero sicuri? Mentre
si senton urlare in Uomo-Pera i più improbabili
nomi di frutti antropomorfi nella sua furia metallica
e coro in screaming, sembra così insensato
anche l'intro che passa quasi inosservato "è
necessario un antagonista, anche arbitrario, per ritrovare
la propria identità/per capire cosa si è
bisogna aver chiaro cosa non si è", poi
ripreso dall'intervallo finale mosh "Rifletto
sugli altri il disgusto di me/Mi serve schierarmi"?
C'è modo e modo di dire le cose, e se nell'Hc
appare ormai un clichè quello della denuncia
buttata in faccia, i Laghetto nascondendosi sotto
la misè goliardica di brani come SS. Napoli
football players 1982-1989, dove le chitarre distorte,
screaming e rumorismi vari di strumenti violentati
sono la base (o hanno come base) per un testo che
è solo l'elenco dei giocatori della squadra
calcistica di quegli anni, si insinuano poi con brani
come L'odore dei Pomeriggi (quando li butti via),
che con un linguaggio atipico per l'Hc rinnova l'espessione
di alcuni umori nichilisti che del Punk sono la base.
Tra l'altro su un brano violento tra accellerazioni,
basso roboante, screaming e arpeggi inaspettati come
il miglior Hardcore/Emo Violence. Brani come la lunga
cavalcata Post-Core, quasi Post-Rock nella sua malinconia,
Requeim for CB, dedicata allo scomparso attore e regista
Carmelo Bene, enfatizzata emotivamente dal sampler
di alcune frasi recitate dall'attore, nel finale ripetute
dalle urla distorte del gruppo, o ancora la strumentale
Gioele stai attento dovrebbero togliere ogni dubbio
sul fatto se stiam parlando di un gruppo scazzone
o meno. Così sollazziamoci pure sull'attacco
di Ninja-Core (dove trova posto addirittura una citazione
degli 883!), perchè i Laghetto sono un altro
di quei gruppi capaci di corrodere il dislivello tra
la nostra musica e quella d'oltreoceano, fregandosene
pure altamente che questo venga capito o meno.
Francesca Agresti
recensione tratta da kathodik
Premessa: Mi accingo a scrivere questa recensione
cosciente del fatto che sarà difficile rendere giustizia
piena a questo album e che qualsiasi discorso su di
esso mi risulta sempre riduttivo. Svolgimento: Era
da tempo che non aspettavo l’uscita di un album con
simile impazienza. “Sonate In Bu Minore Per Quattrocento
Scimmiette Urlanti” (che titolo ragazzi!) dei bolognesi
Laghetto (quattro loschi individui che si celano dietro
strani pseudonimi quali: Tuono Pettinato, John D.
Raudo, Ratigher e Gigei Ottone ) arriva dopo uno split
(coi Magazine Du Kakao) e un ep
autoprodotto ( da cui già fui colpito positivamente
), ci voleva dunque la prova sulla lunga distanza
( e finalmente ). In verità, avendo già sentito i
pezzi qualche mese fa a Pesaro in un loro strabiliante
e infiammato live, come dire “mangiavo la foglia”,
avevo sentore che questo potesse essere l’album della
loro “consacrazione”. E infatti. Sin da quando il
cd ha cominciato a roteare tra le mie mani e i miei
occhi si sono pasciuti della sua confezione ultra-curata,
cartonata, apribile, dalla grafica superba (del resto
Raudo, ratigher e Tuono sono anche disegnatori vedi
Donna
Bavosa Comics) dicevo sin da quel momento la parola
FICATA s’è cominciata a palesare sulle pareti opache
della mia mente. Quando poi lo si inserisce nel lettore
un sorriso vi ( da ora userò il plurale perchè rifiuto
l'idea che possano non piacere ) si stamperà in faccia
e vi rimarrà incollato lì per 31 minuti e 52 secondi
esatti. Vi chiederete se quel sorriso è dovuto più
alle liriche demenziali dei Laghetto ( eppur intelligentissime
) o sia piuttosto la naturale manifestazione esteriore
del godimento auditivo di 10 canzoni in cui l’equilibrio
tra momenti riflessivi, più lenti e anche acustici
( Devoured By Carla Bruni ) e attacchi di furia cieca
noise-core con bordate pseudo-metalliche ( L’Odore
Dei Pomeriggi =esempio calzante ) è perfetto. Ad ogni
ascolto si entra sempre di più nel mondo dei Laghetto:
un mondo in cui individui in calzamaglia nera imbracciano
chitarre e suonano ninja-core per sconfiggere il terribile
Norton.Ma tentiamo di dare qualche coordinata dal
punto di vista musicale. “Sonate “ rispetto all’ultimo
ep gode di una registrazione migliore ma non è solo
questo: qua sembra tutto più a fuoco, più maturo,
più cattivo, incompromissorio, urlato. Che ne so ascoltatevi
la nuova versione di Uomo Pera (unico pezzo ripreso
dal precedente ep) e capirete di cosa vado farfugliando.
I Laghetto suonano come se un gruppo tipo Elio E Le
Storie Tese o gli Skiantos fosse stato tirato su a
Breach, Refused, Botch o anche peggio. Le liriche?
Un esempio per tutte. Prendete S.S.Napoli Football
Players 1982-1989 in cui sono riusciti a rendere un
semplice elenco di cognomi di calciatori, un anthem
noise-core di rara efficacia adrenalinica. Demenzialità
e genialità. Fermatemi. Starei qua a scrivere dei
Laghetto fino al tramonto.Conclusione:Ascoltateli
ASSOLUTAMENTE. Sostenete l’oligofrenia galoppante.
W il Ninja-Core.
recensione tratta da movimenta
Noise. Hardcore. Big Black. Helmet. Slayer. Eyehategod.
Unsane. Godflesh. Merzbow. Cows. Valerio Zecchini.
Fugazi. Post punk. Ministry. Rumore. Amphetamine Reptile.
Korn. Stoner. Punk. Sicuramente il fatto che abbiano
testi nonsense può dar da pensare che Laghetto sia
un gruppo trascurabile, tipo dei cazzoni con le loro
chitarrine in mano. O può anche darsi che siano IL
GRUPPO ROCK se ce n'è uno al mondo. Può darsi che
un progetto organico e sentito di musica "alternativa"
(nell'accezione più nobile del termine: un suono che
nasce da un rigetto delle forme musicali esistenti)
non debba mettere in bella mostra ogni sua componente
per far urlare al capolavoro/completista/pazzi/geniali
fall 2003. Fin troppo facile relegare Laghetto ad
uno sterile comparto di nicchia autodenominato ninja-core
(in realtà Laghetto non sono veri ninja. Sono più,
a tutti gli effetti, una manica di cazzoni che si
prendono gioco di una cultura millenaria che non hanno
gli strumenti concettuali per capire, ma i crimini
non passano inosservati ed è per questa fondata ragione
che le loro teste stanno per rotolare sul pavimento
della loro sala prove), come quel genere di gruppo
che sì, carino ascoltarli una volta ogni tanto ma
poi vaffanculo. Laghetto è ben altro. Una forma critica
nei confronti di un certo sistema musicale, quello
che deriva da un certo tipo di sistema sociale; una
critica dall'interno, dato che dello stesso sistema
Laghetto fa parte. Le schitarrate fuori tempo di Uomo
Pera non sono un gioco fine a se stesso, i rantoli
anti-"Giorgio Cespuglio" della canzone identificano
un nemico, se vogliamo banale (ma non per questo meno
inviso a qualunque sano di mente), dandone però al
tempo stesso una dimensione inedita: italianizzata,
volgare, basso-culturale che ridisegna i confini della
satira politica in chiave fumettistica. Evidente esempio
di narrazione della realtà attraverso l'ossessivo
ricorso a figure retoriche che definire irreali è
puro eufemismo; Devoured By Carlabruni (allucinata
rilettura di Quelqu qu'un m'a dit) è DAVVERO un giochetto
senza implicazioni reali? E poi certo, dietro tutte
queste cazzate Laghetto è un gruppo Noise (notare
la maiuscola), quindi un gruppo "di genere",
anche se il genere che suonano è il migliore mai esistito.
Il punto cruciale, tuttavia, è che all'interno dei
canoni noise più abusati Laghetto riesce a reinventarsi
ed a trovare una formula che in mancanza di termini
più nobili chiameremo "italiana". Niente
dipendenze, N citazioni. Rantoli deviati. Batteria
e chitarre per conto loro. Un magma sonoro impastato
e travolgente. Un suono rozzo, inutile, sguaiato,
monolitico, slabbrato, pressappochista, di bassa lega,
ignobile, grasso, malvestito, poco attraente e infinitamente
incazzato (o anche inKazzato, se siete di Kuelli Ke
mettono la K ad ogni Kosto). Il rock come dovrebbe
sempre essere e sempre più spesso non è. Affanculo
i Gran Sopravvalutati, lunga vita a Laghetto.
recensione tratta da poisonfree
This is a quite unique version of new schoolish,
rocking hardcore, and was able to surprise me a little
bit with its nice and unique packaging as well
as with the entertaining musical content. Describing
Laghettos style is not really easy. It is part new
school hectic hardcore, being influenced by Screamo
and chaoscore as well as by some Emo, as you have
many more melodic parts with melodic voices
and part completely different, with vast instrumental,
jam like passages, some more punk orientated songs
and even more. What I like about all this is that
they sound energetic with most of what they do, the
guitars sound furious quite often, the singer(s) are
pissed screaming and there are a few real cool grooves
on here as well, especially when Laghetto rock in
that dirty way. If you can imagine a bastard of Lack,
Kneejerk, typical Italian new school. mid 90ies Swedish
hardcore and punk roots you are where these guys want
to have you. Oh, has Italian lyrics with English linernotes
to make it more internation. As said this is
strange, but nice and interesting!
recensione tratta da emotional
flashback
Chi ha detto che la follia è un male? I Laghetto
sono la dimostrazione vivente dell'erroneità
di questa affermazione. E' anche difficile trovare
le parole per descrivere la genialità (o semplice
pazzia?) di questo gruppo. Date un'occhiata ai testi,
ma credo che bastino i titoli delle canzoni (Proud
of my pappagorgia, Uomo pera, L'odore dei pomeriggi(quando
li butti via), Ninja core) per accorgervi che ci troviamo
di fronte ad una realtà estranea a tutto ciò
che è ordinario. Che dire dal punto di vista
musicale? Beh il sound proposto mischia tranquillamente
sfuriate hardcore a ritmiche care al nu metal fino
a pacatezze melodiche, tutto sempre in funzione delle
allucinazioni liriche (e credo anche mentali) di questi
ragazzi. Senza mezzi termini un capolavoro!!!
recensione tratta da hatetv
Una volta su un manifesto che pubblicizzava un loro
concerto al Paso, venivano presentati come "i
Refused con la camicia di forza". Bè,
come definizione non è proprio il meglio, ma
direi che rende bene l'idea. Che i nostri abbiano
qualche rotella fuori posto (o forse le hanno tutte
troppo a posto) lo si capisce da tante piccole cose,
a partire dal titolo (!), o dal fatto che le canzoni
sono divise in lato A e B, come ai tempi degli ellepì
e delle cassettine. Guardando poi il booklet (che
si trova all'interno della copertina cartonata, molto
semplice ma decisamente più calda che non la
solita copertina di plastica) ad esempio scopriamo
che i Laghetto sono in quattro, ma che uno, Tuono
Pettinato (!), suona la fake guitar (per chi non li
avesse mai visti dal vivo, è una di quelle
chitarre giocattolo di plastica, con i tasti colorati
sul manico); lo stesso TP compare nel paginone centrale
del booklet (manco fosse Playboy!) in posa languida
sotto il titolo "Le confessioni scabrose di un
ex-Ninja che vuole diventare subrétt".
Come potrete intuire, dello spirito originario del
punk colgono l'estrema ironia, ai limiti della presa
per il culo.
Ma passiamo ai pezzi, perchè a stare a parlare
del contorno rischiamo di dimenticarci le cose importanti.
Post-hardcore decisamente variegato, che passa da
momenti decisamente noise a rallentamenti arpeggiati
più malinconici, con suoni grezzi al punto
giusto, basso distortissimo e voci allucinate che
cantano dei testi che spaziano dall'elenco dei giocatori
del Napoli di Maradona al racconto di un compleanno
in famiglia. Qua e là però affiorano
come secche frasi che danno un certo spessore al tutto
("..quando ho capito di non poter essere il protagonista
ho deciso di fare il narratore.."). Per aiutare
l'ascoltatore a non naufragare nel mare di follia
sul booklet ci sono delle piccole spiegazioni dei
testi, dalle quali si vede che i nostri non sono così
di fuori come vogliono apparire, che dietro la facciata
di follia si nasconde qualcosa che ha a che fare col
genio. Un'ultima cosa: se vi capitasse l'occasione
non fatevi scappare un loro live, è qualcosa
di veramente unico.
recensione tratta da kronic
Avete voglia di vivere un’esperienza mistica senza
bisogno di assumere droghe particolari? Ma non intendo
una di quelle menate da fricchettone nostalgico che
presuppongono l’ascolto di un disco di sonate indiane
per sitar, mi riferisco invece agli amanti del suono
più ruvido e graffiante dell’hardcore o in questo
caso sarebbe meglio dire “ninja-core” (come recita
il titolo di una canzone contenuta nel disco). E’
proprio così, ascoltare il primo disco ufficiale di
questa band italiana, è indubbiamente un’esperienza
extrasensiorale grazie all’aura surreale che aleggia
intorno ad ogni brano e alla dissacrante ironia dei
testi delle dieci tracce che compongono “Sonate in
Bu minore per quattrocento scimmiotte urlanti”. Già
il titolo del disco può prepararvi all’ingresso in
questo tunnel fatto di hardcore appassionato in stile
primi Refused e ricco di schizofrenia letteraria allo
stato puro. Ma lo stile dei Laghetto è personale ed
originale e lo si nota nelle scelte vocali, nei ritmi
e nell’uso di un apparente “non-sense” decisamente
affascinante. In questo contesto non stonano titoli
come “Proud of my pappagorgia” e “Armageddon in casa
Lapenta”. Splendido anche il brano dedicato al genio
di Carmelo Bene dal titolo “Requiem for CB” in cui
un tappeto sonoro di grande impatto fa da sottofondo
alle parole del famosoattore teatrale scomparso. Gli
“stop and go” di “L’odore dei pomeriggio (quando li
butti via)” e la sua malinconia galoppante, rendono
onore alla cura dei particolari, senza mai cadere
nel banale, così come la lunga overture strumentale
dal titolo “Gioele stai attento”. Insomma i Laghetto
dopo un demo e uno split e tanti concerti in giro
per l’Italia, sfornano un disco intenso che arriva
di diritto sulle alte vette del moderno hardcore italiano.
(Niccolò Mulas)(27/9/03)
recensione tratta da
passionealternativa
Coproduzione in grande stile per il nuovo disco dei
Laghetto. Il loro ninja core mi fa impazzire da matti,
la loro esplosione musicale è glaciale a tal
punto, da distruggere tutti i rivali concorrenti.
La loro musica e una sinfonia di Back con l'aggiunta
di una instancabile posizione "massonica",
"luterista". Coinvolgenti nella loro disorganizzazione
più completa, spaesati, come un guardiano d'hotel
nel mondo dei morti. Sofisticati e poco razionali,
corrotti dall'instancabile voglia di musica. In un
nome tutto da scoprire, una vena artistica da artisti
da baraccone, da barboni della storia aristocratica.
Pungenti al punto giusto, e calcolatori in varie sezioni
penetranti del cd, puri come una vodka d'estate e
sporchi come un quartiere malfamato di New York d'inverno.
La parola soft nel linguaggio burocratico dei Laghetto,
non esiste, loro sono scontrosi, feticci, sempre perennemente
incazzati. Sound penetranti e costosi, arrapanti,
e scontrosi di base, insomma una miscela di amore
e odio giornaliero. Pezzi dall'aria immacolata, si
trasformano in ambizioni scatenanti personalizzate,
i migliori in ordine di preferenza "Uomo Pera",
"La mano senza dita" e "Ninja core".Conclusione:prelibati
in assenza d'ossigeno!
recensione tratta da chacka
Adesso, un attimo di calma. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh.
Cioè, questi fanno ninjia-core. Emmmenomale
che tutti quelli che conosco dicono che io do definizioni
allucinanti, tipo turbo-hc-ultra-grind, con venature
emo-punk e un tocco di follia alla Merzbow. Ora. se
lo ascolti non lo molli. Ho letto su Cronaca Vera
di nuove forme armate di resistenza, guidate da unesercito
di eroi in calzamaglia nera, tuttavia non si tratta
dei Black Block. Ho letto su Cronaca Vera che luomo
non discende da scimmie antropomorfe, ma discende
dalla pantera nera da cui discende lombra portatrice
di morte
Ma sono percezioni distorte del mondo
che a volte possono dare un senso alla mia esistenza
votata al sovvertimento; la sorte di questo impero
è segnata. Come un ninja fai le scale (pentatoniche).
e come fai?
sono pazzi, un po' (come dice Lele Smartz) sei avessero
messo i Refused dentro delle camice di forza alla
kriptonite, e una volta legati, li avessero appesi
per 2 anni come quel pingone che a londra sta sul
tamigi.. Scariche di follia, con una melodia metallurgica
in sottofondo. Ma mica si chiude qua. perchè
poi ti imbatti in Corrado FFFFFFFFErlaino che sgrattugiando
la sua gola su una dolce riffata dalle venature Slint/Fugazi,
inceppa in una scordinatissima session di jazz.iper.core.fusion.DillingerPlaneEscape.
Già. Peccato che poi il testo nonsense prende
sense, e tutto si incasina ancora di più. Perchè
il ruomore, fine a se stesso, che gira e trita, non
finisce fine a se stesso, ma prende forme e spazi
che non tutti ben definiscono, ma che l'orecchio attento
capisce. Come un ninjia fai le scale (pentatoniche)
Padaddaddadatumpa. Fin troppo banale? E no, perchè
questi ci escono sul serio così, un puzzone
barbone che rantola, la grattugia sulle 6 corde, il
martello sulle 4, a calci il resto. Puzzano, schifano
e sono. Se vi capitano sotto tiro non perdeteveli,
e come dicono loro: Uomo pera merda Uomo pera merda
Uomo palla yeah Uomo uva yeah Terribile Norton merda
Uomo puma: yeah Bertallot merda Steve Frank Eeeeeehehhhh
D.I.Y.:YYYYYYYYYYYYYEEEEEEEEEEEAAAAAAAAH! chi non
li becca si becca una stelletta col ninjiacu, e tutte
le tartarughe minchia ad inseguirlo, a mo' di cane
di raveabbestia.. chacka supporta ed è diy
recensione tratta da in
your eyes
nella convulsa storia dell' hard-core underground
italiano c'e' posto anche per questi splendidi Laghetto
che a giudicare dal risultato di questo album ci sanno
davvero fare.Arrivano da Bologna e sono in quattro
ad offrirci una visione drammaticamente contaminata
di melodie ed evoluzioni: ci folgorano con suoni sincopati,
eccessivi ed intuizioni originali e dissacranti; ci
offrono una musica noiseggiante costruita sugli incontri
tra testi sfacciati ed una voce color "solvente"
capace di esaltare con un effetto lancinante il tutto.
Ne consiglio vivamente l'ascolto e ,se avete la fortuna
che capitino nella vostra citta', la visione.Loriana.
Recensione tratta da
music club
I primi cinque / dieci minuti li ho passati a leggere
le etichette che hanno prestato il loro nome a questo
lavoro, non esattamente per la produzione dellalbum
ma più che altro per un marchio di qualità,
visto e considerato che i Laghetto, questo disco,
se lo sono autoprodotti. Non ho fretta e ve le cito
tutte e quindici: Donna Bavosa, Shove, Bar La Muerte,
Riot, Anemic Dracula, NC, Smartz!, Hurry Hup!, Radio
Riot, Fine Before You Came, 8mm, Kick Agency, Vacuum,
Cervello Morto, Produzioni Sante. Sonate in bu minore
per quattrocento scimmiotte urlanti è fondamentalmente
un lavoro di matrice hardcore, paragonabile, se proprio
devo fare un nome, a qualche album firmato Refused,
ma la cosa che più mi stupisce è che
pur non ritenendomi un grande ammiratore del genere,
questo dischetto me lo sono letteralmente mangiato
con le orecchie. Nichilisti, pesanti, irriverenti
ed ironici, decisamente non per tutti ma comunque
bravi, molto !
scimmiottanti !
Recensione tratta da silentscream
Elio e le Storie Tese annegati in una fanghiglia post-core.
Questa la primissima impressione causata da Sonate
In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti,
esordio sulla lunga distanza dei bolognesi Laghetto
dopo lo split-cd della Loudblast (insieme ai Magazine
Du Kakao) ed un mini autoprodotto. Testi demenziali
in italiano (che spaziano dalla satira al nonsenso)
in dieci tracce noise-core (o forse sarebbe meglio
dire ninja-core) assolutamente devastanti,
suonate da quattro brutti ceffi con nomignoli assurdi.
Detto così potrebbe sembrare una stronzata,
ma invece viene naturale scomodare (cito a memoria
e a caso) Slayer, Helmet, Fugazi, lo sludge-core e
Latte e i suoi Derivati, Refused, Breach e gli Skiantos.
Una mezzoretta di distorsione in formato hardcore
che aggredisce senza alcun ritegno, ma che sa anche
prendersi delle pause di riflessione generalmente
necessarie (come nella minacciosa Requiem For
Cb o nella minimalista Devoured By Carlabruni),
che ampliano la proposta musicale del quartetto e
dimostrano anche delle capacità di scrittura
più che degne, che rischiano di passare inosservate
(o, ancor peggio, ignorate) nascoste dalla massa di
cazzate sparate senza freni. E naturale che
le opinioni si dividano in due gruppi, tra i sostenitori
della genialità e quelli dellidiozia,
così come è spontaneo farsi quattro
risate ascoltando le avventure del supereroe in calzamaglia
Ninja Core (nel pezzo omonimo), ma la differenza tra
i Laghetto ed il cabaret in musica sta proprio nel
riuscire nellintento di far ritornare lascoltatore
più volte sui brani, grazie ad una coerenza
ed una attitudine hardcore davvero sorprendente. Che
poi S.S. Napoli Football Players 1982-1989
sia un brandello di album di figurine Panini spiaccicato
su un pentagramma degli Unsane, fa sorgere anche una
ulteriore considerazione, e cioè che (a volte)
non è importante ciò che si dice, ma
come lo si dice. E, qualunque cosa vogliano dire,
i Laghetto la dicono dannatamente bene.
Recensione tratta da dpunk
Questo album, registrato nel giugno 2003, è
arrivato alle mie orecchie solo nei primi mesi (freddi!)
del 2004 in versione live al Paso di Torino. Grande
carica sul palco di tutti e quattro gli elementi,
forse non apprezzati quanto avrebbero dovuto essere
dal pubblico in sala.
Il "prodotto esterno" è curatissimo
ma la grande sorpresa (semi-annunciata!) è
il contenuto
grandi testi, ritmi che riescono
a passare da tranquillità (apparente!) a forti
accelerazioni in 7 secondi ( ho contato personalmente!!).
Hard core bolognese che merita un grande applauso.
Affianco ai testi troviamo anche una sorta di spiegazione,
un significato degli stessi. Questa è una cosa
utilissima per chi crede che la musica non sia solo
un prodotto commerciale ma una vera e propria forma
di arte .Stupende "Proud of my pappagorgia"
e "Requiem for CB". La linea del disco si
schiera dalla parte dei ninja e prova eccellente per
la canzone suonata da Tuono Pettinato"divorato"
da Carla Bruni.
recensione tratta da enterozine
Con un titolo del genere si è già un
po' sul 'chi-va-là' ed effettivamente l'attesa
è ben ripagata: thrash, art-core con testi
assolutamente imprevedibili. Cito solo 'devoured by
carla bruni' e 's.s.napoli football players 1982-1989'
con un elenco di giocatori del napoli nel periodo
indicato.. Un lavoro ben confezionato, nel senso del
'package' e anche nel senso della produzione artistica.
se siete abituati a cloni di blink182 e green day,
lasciate perdere. se vi piacciono le cose...stimolanti,
fa per voi.
ecensione tratta da passione
alternativa
Coproduzione in grande stile per il nuovo disco dei
Laghetto. Il loro ninja core mi fa impazzire da matti,
la loro esplosione musicale è glaciale a tal
punto, da distruggere tutti i rivali concorrenti.
La loro musica e una sinfonia di Back con l'aggiunta
di una instancabile posizione "massonica",
"luterista". Coinvolgenti nella loro disorganizzazione
più completa, spaesati, come un guardiano d'hotel
nel mondo dei morti. Sofisticati e poco razionali,
corrotti dall'instancabile voglia di musica. In un
nome tutto da scoprire, una vena artistica da artisti
da baraccone, da barboni della storia aristocratica.
Pungenti al punto giusto, e calcolatori in varie sezioni
penetranti del cd, puri come una vodka d'estate e
sporchi come un quartiere malfamato di New York d'inverno.
La parola soft nel linguaggio burocratico dei Laghetto,
non esiste, loro sono scontrosi, feticci, sempre perennemente
incazzati. Sound penetranti e costosi, arrapanti,
e scontrosi di base, insomma una miscela di amore
e odio giornaliero. Pezzi dall'aria immacolata, si
trasformano in ambizioni scatenanti personalizzate,
i migliori in ordine di preferenza "Uomo Pera",
"La mano senza dita" e "Ninja core".
Conclusione:prelibati in assenza d'ossigeno!
ecensione tratta da perkele
Le vie della musica sono infinite e i Laghetto ne
sono la dimostrazione. Il loro è il più
assurdo e dissacratorio campionario di suoni e pensieri
che sia mai capitato di ascoltare ultimamente. Hardcore?
In parte. Psichedelia? Un pizzico. Crossover? Qualche
traccia. E' tutto l'insieme che delizia e sconvolge,
basta analizzarlo con attenzione: il titolo del disco
è "Sonate in bu minore per quattrocento
scimmiette urlanti", i testi sono surreali e
grotteschi, l'artwork è curato in ogni minimo
dettaglio, la musica varia in continuazione, passando
da momenti folli ed estremi ad altri pacati e dilatati.
Per esseri più chiari, il cd inizia con un
gorgheggio d'opera e si perde subito nei meandri di
"Proud of my pappagorgia" e "Uomo pera",
hardcore evoluto o postcore, come diavolo lo si vuole
chiamare, in ogni caso un mix di delirio e coraggio
che fa paura. Splendidi schizzi psichedelici fanno
capolino in "Requiem for CB" (dedicato alla
memoria di Carmelo Bene), ritmiche sparate a mille,
break momentanei e urla forsennate compongono "L'odore
dei pomeriggi (quando li butti via)", l'interferenza
di un cellulare blocca "Devoured", cover
di Carla Bruni (!?). Ora giudicate voi se si può
essere più insani di mente
"Ninjacore", con i suoi esasperati cambi
di tempo, è il pilastro centrale su cui poggia
l'essenza stessa dei Laghetto, l'estetica del ninja
è presente in ogni sfaccettatura della loro
incredibile personalità, simbolo di un modo
antico di vivere il mondo di oggi. Passando attraverso
il frammento post rock di "Armageddon in casa
LaPenta" si arriva a "S.S. Napoli football
players 1982-1989", maniacale elenco di tutti
i giocatori del Napoli delle suddette stagioni, da
Rud Krol a Maradona, il cui nome è invocato
a gran voce
per un gruppo di Bologna non male
come astrazione mentale, no?
Il gran finale giunge con la strumentale e intricatissima
"Gioele stai attento" (meno stupido di quanto
si crede ciò che è riportato in proposito
nel booklet: "La mamma aveva un figlio di nome
Samuele. Adesso ne ha un altro e si chiama Gioele"
)
e con "La mano senza dita", atto finale
di un cd che consacra i Laghetto a rivelazione assoluta
del sottobosco sonoro italiano.
Un gruppo assolutamente delirante, geniale e diverso,
ma nel vero senso della parola!
recensione tratta da taxidriver
Mai visti tanti marchi di etichette su un unico disco.
Che, alla fine, servono per sigillare un prodotto
di qualità, dato che questo album, i Laghetto,
se lo sono autoprodotto. Partendo da DonnaBavosa,
passando per BarLaMuerte, Riot, Shove, Kick, finendo
con Produzioni Sante, se tutti hanno voluto metterci
le mani sopra un motivo ci sarà. Eccome se
c'è! Potete passare sopra all'ironia demenziale
dei titoli, dei testi e di tutto l'insieme. Oppure
potete gustarvela appieno (Uomo Pera, S.S.Napoli Footbal
Players 1982-1989, Requiem For CB -ovvero Carla Bruni)
e certamente l'aspetto musicale rimarrà intatto.
Un deflagrante post-hardcore di matrice folle e incontenibile.
I paragoni di Refused, Helmet, Unsane potrebbero bastarvi
ma anche dirvi niente. Pensate ad un frullatore impazzito
capace di tagliare e distruggere ogni cosa che gli
passa vicino. Irriverenti, distruttivi, potenti, pesanti,
nichilisti, geniali. In una parola IMMENSI. Non facili,
non orecchiabili, ma stimolanti e pericolosi. Sembrano
in 50 da quanta energia esce dalle casse, in realtà
il gruppo è nella classica formazione a quattro.
L'unico termine di paragone per il disco è
il grandissimo "The Shape Of Punk To Come"
dei Refused. Se sentite la mancanza di un seguito
comprate queste "Sonate In Bu Minore Per Quattrocento
Scimmiette Urlanti", altrimenti fatelo lo stesso:
la parte insana di voi verrà fuori in un'istante.
Il disco italiano dell'anno!
recensione tratta da komakino
Metal core? Ninjacore? Cmq metallici, schizzati x
scelta (Devoured by Carlabruni), potenti, spesso veloci,
dementi (tutto il booklet con titoli all'insegna di
un Verissimo/Eva3000 misti a filosofie proprie). __koma
## I Laghetto ci sorprendono davvero nel loro pastiche
un po' hard-core-emo-post-core.Tracciarne un sommario
resoconto è cosa ardua; la loro è una
trama musicale ostica, segnata da inaspettate e violente
esplosioni di suono che obbliga, per definirne i contorni,
il riferimento ad una delle band più significative
del post-rock italiano: I Nuvolablu. Richiamare un
simile nome può far solo piacere ai Laghetto,
che ci consegnano un suono personale, e un riffage
assai piacevole, impreziosito da micro-melodie sapientemente
incastonate nei nodi di una trama musicale, sempre
capace di imprevedibili accelerazioni. Ad un cantato
urlato stirato sino all'estremo della rottura vocale
fa da contrappunto una voce assai nitida, salvo poi
le due voci mescolarsi nello squasso di una delirante
commistione d'insieme. __by Barlac
recensione tratta da punkforfun
Geniali.
E con questo intendo: “sclerati”, malati, psicopatici,liberi
e spudoratamente originali. I Laghetto sono senza
alcun ombra di dubbio una delle realtà più particolari
e difficilmente classificabili dell’intero panorama
alternative Rock (con la R maiuscola) italiano. Come
riuscire a dare una definizione sensata a ciò che
i Laghetto danno alla luce con questo “Sonate in Bu
Minore per quattrocento scimmiotte urlanti”?Praticamente
impossibile! Persino il titolo è tutto un programma…
sfido tutti voi ad estrarne il significato! I Laghetto
sono riusciti a ritagliarsi un mondo parallelo,dove
regna creatività,pazzia, ma soprattutto libertà di
porsi davanti alla musica senza alcun tipo di confine.
Sotto le lyrics assenti di alcun significato ben preciso
come sotto la struttura dei pezzi privi di alcun senso
potrebbero nascondersi una forma di protesta verso
ciò che è troppo spesso la musica oggi. Troppo legata
agli schemi dettati dalle mode che invadono la scena
“rock’n’roll” in generale. Un mix vincente di
accenti in chiave noise sulla scia dei mitici Refused,
metal, hardcore, indie, punk-rock, post rock, rabbia
vocale e una composizione dei pezzi che spesso e volentieri
non hanno nè capo nè piede,rappresentano la vera essenza
di un gruppo che per quanto possa sembrare composto
da quattro insani mentalmente (o forse lo sono?),è
in realtà figlio di gente che è riuscita a trasmettere
il proprio messaggio esplorando nuove vie,e non è
poco!...grandi!
recensione tratta da rocklab
Dopo una lunga serie di concerti per l'Italia e una
demo, finalmente i Laghetto riescono ad ufficializzare
la loro cattiveria tramite contratto discografico.
Il loro potrebbe essere sicuramente e comunemente
definito hardcore, mazzate in faccia e sullo stomaco,
improvvise accelerazioni e decelarazioni, liriche
urlate, ed i soliti detti comuni sul genere.. se non
fosse che loro non sono solo hardcore. Se non fosse
che sembrano i Refused dati al noise. Se non fosse
che scrivono liriche apparentemente dedite al non-sense
che celano però momenti di profondità.
Basti pensare ad esempio a "Requiem for C.B."
pezzo nel quale omaggiano Carmelo Bene -colui che
ha scosso per decenni la figura del teatro e del cinema
in Italia, colui che poteva essere raffigurato come
la figura del "maledetto", del "diverso",
del "pericoloso"- pezzo sussurrato, pezzo
di profonda quiete, di angoscia, teatrale come il
soggetto del quale si parla, e che esplode nel finale,
rabbiso, come una corda tirata per troppo tempo. Sarebbero
comuni se non fosse per "Gioele, stai attento",
lavoro strumentale dell'intero disco. Se non fosse
per gli stop and go ritmici de "l'odore dei pomeriggi
(quando li butti via)". Se non fosse per le sferzate
noise, il basso martellante e la ritmica distruttiva
in "Uomo pera". Se non fosse per il neanche
tanto velato punk e lo stacco strumentale in levare
in "ninja Core", nome col quale il gruppo
definisce il loro genere. Se non fosse per "la
mano senza dita" e il suo testo (Quando ho capito
di non poter essere protagonista /Ho deciso di fare
il narratore, almeno quello ama la sintesi). E ora,
dopo aver capito che non sono solo un semplice gruppo
hardcore, sfatiamo un altro mito, che potrebbe venire
creato leggendo alcuni testi delle loro canzoni e
il titolo dell'album: no, non sono degli idioti, o
persone che non hanno niente da dire. Ce l'hanno eccome,
e usano come escamotage letterario quello del non
senso. E con questo attaccano tutto ciò che
abbiamo intorno, attaccano con rabbia, dopo aver ben
ponderato. Siamo davvero sicuri che "proud of
my pappagorgia" sia solo uno scherzo? Lo siamo
anche quando ci urla che "il vizio è distinto
dalla virtù, ma non per questo è peggiore/
si tratta esclusivamente di un sistema di valore /
io non sarò vittima della verità, vittima
di un sistema di credenze relative"? Siamo sicuri
che l'Uomo pera non rappresenti veramente qualcosa,
qualcosa che ci tocca da vicino, qualcosa di mediamente
basso e banale, volgarmente italianizzato, che ci
sfiora tutti i giorni? Certo non mancano momenti di
puro delirio come "SS Napoli Football Players
1982-1989", in cui riesco a sentire parecchio
l'influenza del primo lavoro dei Linea77, e nella
quale vengono citati i nomi dei giocatori del Napoli
(!?) o in "Armageddon in casa Lapenta" il
cantante ci liquida con "bello di nonna."
o "Divoured by Carlabruni, ma che di certo non
danno respiro, ne abbassano di tono l'album. In sintesi,
pensavo che in Italia la furia, dopo essere stata
sollevata per poco tempo con i l primo lavoro dei
Linea77 (ovviamente parlo della scena più "famosa",
tralasciando gruppi punk e hardcore che non riescono
a emergere ma che lavorano nell'underground da decenni,
basta pensare solo ai Rappresaglia o i Los Fastidios
o i De Crew), fosse finita. Mi sbagliavo e mi sono
dovuto ricredere. Qualcuno sembra ce l'abbia fatto
e con grande classe. O forse è solo schizofrenia.
da Afireinside
Loligofrenia dovrebbe essere un diritto di
tutti? Forse...Sicuramente i laghetto ne hanno fatto
un dovere; e chi ha avuto il piacere, come me, di
ascoltare Sonate in bu minore per quattrocento
scimmiette urlanti , il loro primo full-lenght,
converrà con me che questa è verità.Infatti
questo lavoro è pregno di quella follia che
è a tratti identificabile con la genialità.Il
suono è quello post-hard-core svedese all Refused
contaminato in mille direzione, almeno così
si dice in giro; dal mio canto mi sento di aggiungere
soltanto che a sonorita questi ragazzi non hanno nulla
da invidiare a nessuno... le canzoni sono molto varie
e assolutamente potenti, tanto per capire cosa intendo
consiglio lascolto di lodore dei
pomeriggi (quando li butti via) o la mano
senza dita, come se non bastasse il tutto è
condito da liriche da psicoanalisi (ma infinitamente
belle che spesso sono loro stesse lanalisi di
un certo modo di vedere le cose) gridate da 1, 10,
100 voci che si sovrapongono dando origine ad uninarrestabile
fremito lungo la spina dorsale. Bhe forse sullle 100
voci ho esagerato, ma tutto il disco fa uso di una
costante presenza di 2, spesso 3, voci mai fuoriluogo
o forzate. Il cd parte con le parole shame on
you Bush ma saranno lunica nota esplicitamente
politica del disco.A ruota seguono 10 tracce di suono
abrasivo e testi ambigui, ricchi di doppi sensi e
giochi di parole, tutti da capire ed apprezzare per
la loro genialità o quantomeno originalità.
Infatti penso che tutto lalbum sia un continuo
susseguirsi di messaggi e criptici e significati più
o meno nascosti. E se a volte non ci fosse niente
da capire? E questo il fascino dei testi dei
Laghetto, che riescono a fare una canzone cantando
i nomi dei calciatori del Napoli, lasciandoti il dubbio
che sotto ci sia qualcosa di più che non si
riesce a cogliere. Comunque per venire incontro al
lettore, sul libretto ogni testo è commentato
con una breve spiegazione dintroduzione al tema
trattato nel brano.Ma il cd dei laghetto riserva molte
altre particolarità e sorprese che non vorrei
stare a svelare troppo togliendovi il piacere di scoprirle
da soli. Concludendo... un cd curatissimo sotto ogni
aspetto. Consiglio lascolto della terza traccia
requiem for cb, una canzone sul tema della
morte che tratte il tema in maniera assolutamente
originale e suggestiva. Non mi resta che ribadire
anchio: uomo pera MERDA.
recensione tratta da lamette
Sono un fan del Ratigher disegnatore, anche se fino
a cinque minuti fa ignoravo che avesse un alter ego
punk, e lo stesso discorso vale per Tuono Pettinato.
Poi me li ritrovo entrambi su questo ciddì, siccome
basso/voce e chitarra dei Laghetto, e mi rendo
conto che tra le altre cose sono anche due terroristi
sonori, e che l'originalità del loro rumoristico clan
va ben oltre l'ormai consueto passo al di là del limite
della follia. E il bello è che suonano pure da paura.
Ma andiamo ad esplicare Sonate in bu minore per
quattrocento scimmiette urlanti (il titolo la
dice lunga, credo).
Ninjutsu, hardcore old school, neologismi improbabili
(?), linee di basso distortissime, voci grind e brani
recitati, influenze emo ed influenze noise, testi
apparentemente deliranti e testi deliranti per davvero.
Questo ed altro troverete, suppergiù, nelle dieci
tracce che compongono questo mirabolante ed immaginifico
ciddì, che mi ha messo in serissime difficoltà perché
è praticamente inclassificabile, indescrivibile, incatalogabile
e pertanto quasi irrecensibile. Comunque m'è piaciuto,
e parecchio. Digipack incredibile, coproduzione di
massa (li cito tutti: Donna Bavosa, Shove, Bar La
Muerte, Riot, Anemic Dracula, NC, Smartz!, Hurry Up!,
Radio Riot, Fbyc, 8mm, Kick, Vacuum, Cervello Morto,
Produzioni Sante) e cinque euri di prezzo di copertina
presso Radio Riot ('na miseria!) per un disco che
non vi lascerà la benché minima alternativa al seppuku
e che pertanto dovrete assolutamente procurarvi, dannate
scimmiette cacacazze in cerca di novità. Uno shuriken
in fronte a chi non se lo piglia.
recensione tratta da id-box
Dei bolognesi Laghetto, che festeggiano questanno
i quattro anni assieme, si può dire tutto ed
il contrario di tutto, ma sarebbe impensabile lidea
che essi possano passare inosservati. È poco
ma sicuro che se vi è capitato di avere sotto
mano questo loro primo full-lenght, non ve ne potete
essere dimenticati. Chi ha visto en passant Sonate
In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti
ne avrà certamente apprezzato lo stiloso packaging
in cartone, chi lha aperto sarà rimasto
stranito dal quanto meno curioso bootleg, ed infine,
chi ha inserito il cd nel lettore si sarà trovato
in camera una masnada di suoni deliranti e -assicurano
i laghetto- totalmente analogici. Il sound di questo
lavoro del quartetto emiliano si rifà alla
vecchia scuola dellhard-core, e ad esso vengono
accostate liriche ai limiti -spesso valicati- della
comprensibilità. Talvolta tuono pettinato e
soci trasmettono nei loro testi una vena artistica
di poesia malata (La ragione ha
torto, quando ho capito di non poter essere il protagonista
ho cercato di essere il narratore[
] ma è
un narratore che dubita della veridicità del
proprio racconto, se la creazione non gli si dà
se non per amore di qualcuno che non è se stesso),
in altri passaggi risultano quasi irritanti (si veda
in proposito la canzone Gioele Stai Attento,
il cui testo che consiste in poche agghiaccianti parole:
La mamma aveva un figlio di nome Samuele. Adesso
ne ha un altro, uno nuovo, e si chiama Gioele),
ma nella maggior parte delle situazioni i Laghetto
lasciano semplicemente attoniti e pieni di domande.
Per esempio: che senso ha che un membro del gruppo
- che si fa chiamare tuono pettinato - suoni una fintissima
chitarra di plastica? E ancora: cosa può portare
un gruppo a scrivere mezza canzone (traccia otto)
elencando nomi e cognomi di calciatori? E si potrebbe
andare avanti per ore nellimpervio tentativo
di decriptare tutti gli elementi di questo compact
disc. Come visto sopra, sono indubbiamente più
diretti ed immediati i suoni: furiosi, sconvolti,
strepitanti ed accompagnati da una voce sgolante e
tribolata. Come si diceva qualche riga fa, se deciderete
di mettervi in casa i Laghetto sappiate
che non busseranno chiedendo permesso, ma sfonderanno
la porta
E probabilmente voi rimarrete lì
con i vostri perché.
recensione tratta da phonoteca
Rende felici ascoltare un disco così. Vedere che un
gruppo che esaltavi per un demo, è riuscito a realizzare
un disco intero, un lavoro unitario, mantenendo ciò
che ti era piaciuto in quel piccolo ciddì, ed anzi
è riuscito a migliorare ancora, inserendo roba ancora
più figa, è decisamente bello. Tipo che non riesci
a non ascoltarlo almeno tre volte al giorno. Se già
il demo evidenziava un gruppo personale, questo nuovo
disco toglie ogni dubbio a riguardo. Mi spiego meglio:
i pezzi contenuti in Sonate in bu minore…, riescono
in qualche modo a essere perfettamente in linea con
quello che i Laghetto già erano (e qui si può citare
i Refused, gli Helmet, gli Unsane, ecc…), ma sono
semplicemente meglio. È un percorso naturale, penso;
si inizia ispirandosi a determinate cose, ma poi si
cresce, le si rilegge in modo personale e ci si aggiunge
del proprio. Si è più consci di quello che si produce,
ci si distacca da influenze, ogni tanto più che evidenti,
e si finisce per trovare la propria strada. Ovviamente
i gruppi che abbiamo citate tre righe in su ancora
si ritrovano in queste dieci tracce (e ce ne si trova
pure di altri, scoprendo che i tre s’ascoltano un
botto d roba nuova…vedi Requiem for C.B. o l’inizio
di S.S. Napoli footbal players) ma si vede, si sente
perfettamente che c’è molto di più. Anche perché oltre
alla musica, nei Laghetto ci sono i testi…Testi incredibili,
bellissimi, ricercati, devastanti, divertentissimi
grazie ai quali i Laghetto riescono, in strutture
solidissime, sincopate, aggressive e urlate, intervallate
da vertiginosi momenti più astratti e quasi free (la
parte centrale di L’odore dei pomeriggi o la quasi
strumentale Gioele stai attento), ad incanalare un
loro preciso immaginario. Un mondo fatto di Ninja,
di tigri mutanti, di modelle divorate da insetti,
di soli sudati, di mani senza dita…insomma di folle
e apatica aggressività. E la musica che fanno è l’unica
pensabile per rendere al meglio e chiaramente ciò
che hanno da dire.Quindi più che di un semplice disco,
potremmo parlare, se non avessimo paura di sparale
grossa, di un Manifesto (sentite a riguardo l’intro
a Uomo Pera o l’invocazione Ninja in Ninja Core),
di un preciso Concept Album su un modo di pensare
e di affrontare le cose. Che a me piace tantissimo.Applausi
scroscianti per il packaging, per i testi e per Tuono
Pettinato (che è un po’ l’anti Chiuaua e la reginetta
dell’estate) (Federico Bernocchi)
recensione tratta da stewey's star n.4
Il nuovo full lenght delle disastrate menti bolognesi
mi giunge amico e lieto. Lo si aspettava legittimamente,
dopo quel mezzo ciddì su Loudblast che poco
ma poco merito rendeva ad una band che io praticamente
amo. E mica solo io! Anche per questo dubito fortemente
che esistano molti italiani completamente privi di
nozioni al loro riguardo, e dunque tentare di parlare
dei Laghetto come se fossero materia ignota alle masse
mi mette un po' d' ansia addosso. Ci provo, ad ogni
modo. I Laghetto mi pare abbiano detto qualche volta
in prima persona, anche esplicitamente, di ispirarsi
ai Refused; sebbene sia un po' complicato stare loro
dietro quandunque esprimano il loro pensiero, la cosa
non può che trovare conferma nella musica delle
"Sonate in bu minore...". Direi più
che altro i secondi Refused, non già quelli
di "This just might be...". E' una faccenda
di ricchezza di spunti, una di quelle cose che ti
fanno bestemmiare il vocabolario italiano perchè
vorresti usare un sinonimo della parola "eclettismo"
e non ti viene. Però vorrei anche aggiungere
che i Laghetto hanno un debito nei riguardi degli
Helmet perlomeno impagabile, se non forse a colpi
di culo al Superenalotto; per quanto in effetti, avendo
le sinapsi che sono andate tutte, una per una, a puttane,
tutto quello che i Laghetto tentano di riproporre
in realtà lo stuprano e lo fanno diventare
insano, giocondo, ma anche pesante, rumoroso, noiseggiante,
sincopato, originale, stressante, curioso, eccessivo.
E qui volendo si innesta perfettamente il discorso
di "Proud of my pappagorgia"(Refused, ancora),
proprio nel senso che "ma che cazzo di discorso
potrebbe mai essere?". Boh, dico io. "Bello",
dite voi. "Certo", dico io. E dico pure
che dedicare una canzone a Carmelo Bene è cosa
più che buona, molto più che giusta:
"Requiem to CB", una colonna sonora in prima
istanza, un qualcosa che non so perchè mi richiama
alla mente gli Integrity in seconda (istanza). In
terza istanza la follia di "Devoured by Carla
Bruni", e mi metto a piangere dalla più
sconcertata gioia, e poi "Ninja Core", finalmente
il Manifesto, chè se avete letto l' intervista
e se siete acuti osservatori attenti alle sfumature,
probabilmente la parola ninja vi dice qualcosa. Potrei
anche continuare traccia dopo traccia, ma tanto sono
quasi finite e soprattutto è quasi finito lo
spazio. Quindi facciamo come quelli che i Laghetto
tentano di spiegarli con un po' di serietà:
accade spesse volte che la gente che decide di fare
musica contingenti le proprie influenze e propensioni
in favore di un ordine superiore "ideale",
che di solito si fa chiamare "noi sappiamo che
vogliamo fare proprio questo, e basta". Chi stabilisce
dall' inizio il proprio percorso con tale contegno,
come tutti nella vita, può vincere o perdere;
qui non ci interessa saperlo. I Laghetto, di per loro,
appartengono invece a quell' altra scuola di pensiero
che pretende che quando si va in sala prove tutti
debbano ricordarsi di portare il proprio bagaglio
musicale al completo, e che partendo da quello/i di
limiti si debba potere non parlare. Anche in questo
caso si può vincere o perdere; a dire il vero
accade più spesso che si perda. Si tratta di
una filosofia poco fruttuosa, detto in altri termini.
Ed invece, guarda un po' i casi della vita, i Laghetto
non li sconfigge nulla. Va da sè che chi non
apprezza i Laghetto è un ladro ed una spia.
recensione tratta da noize
La pazzia dei laghetto si vede dalle piccole cose...inizare
un cd con un gorgheggio dell'opera per poi partire
con un psycho-post-mad-hardcore non è da tutti.
Bhe anche intitolare un cd "Sonate in blu minore
per 400 scimmiette urlanti" non è male...
Inizio dall'analisi dei testi...allucinanti, la sagra
del non-sense...detto così potrebbe farvi storcere
il naso ma vi assicuro che nel contesto del cd nulla
è superfluo o lasciato al caso, tutto si amalgama
fino a creare un contesto di pazzia sonora e lirica
da paura!!!! Spiccano ne cd OHM PERA (che fin dal
demo è stata la mia preferita per i suoi schizzi
sonori e vocali), poi c'è la cover di Carla
Bruni (dai, la modella che un giorno ha deciso che
poteva anche scrivere canzoni) che viene interrotta
dall'interferenza di un telefonino...heheheheh Si
continua con ninja core, il ninja è una tematica
che ricorre spesso nel sito ufficiale e anche nel
booklet, magari in un intervista (ammesso che le risposte
possano essere sensate...dubito) chiariremo anche
la figura del ninja nella mitologia laghettiana....
Anche SS Napoli footballplayers 1982-1989 merita una
nota dato che inizia in inglese per poi partire ad
urlare i nomi dei giocatori del napoli delle citate
stagioni....urlando a squarciagola DIEGO ARMANDO MARA
DONAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA. Poi si arriva alla canzone
impegnata nel sociale: Si chiama "Gioele stai
attento" il testo è praticamente inesistente
ma nel booklet campeggia la seguente scritta:"La
mamma aveva un figlio di nome samuele. Adesso ne ha
un altro e si chiama gioele", A buon intenditor
poche parole..... Con "La mano senza dita"
si conclude uno dei cd più assurdi ma allo
stesso tempo può interessanti che abbia mai
ascoltato....Una voce fuori (ma veramente fuori) dal
coro in Italia. Laghetto rulezzzzz
recensione tratta da radio
suicide
Quando ho ricevuto questo cd e ho letto il titolo
sonate in bu minore per quattrocento scimmiette
urlanti, mi è subito venuto spontaneo
di esclamare: questi sono pazzi!. In effetti
non mi sbagliavo! Vorrei però specificare che
la loro è una geniale pazzia. Un cd fatto di
10 tracce che vi lasceranno a bocca aperta; libertà
compositiva che abbatte gli standard schematici con
testi che meritano di una soffermata lettura percependone
lironia che a tratti si trasforma in grande
stupidità (ssNapoli football players 1982-1989)
sono le caratteristiche di un cd che è difficile
da paragonare stilisticamente ad altri lavori, se
non azzardandone un avvicinamento ai Refused, sia
per le caratteristiche che portano con se alcuni riff
ma anche per la grande genialità compositiva.
Per fortuna ci pensano loro autodefinendosi come appartenenti
al ninja-core! Influenzato a 360° questo disco
porta principalmente caratteristiche post-core e state
tranquilli che in giro di materiale del genere se
ne trova ben poco. Purtroppo per me non ho ancora
avuto modo di assistere alle loro famose esibizioni
live, caratterizzate anche dalla collaborazione di
TuonoPettinante, quarto membro della band che si offre
alla chitarra finta (avete capito bene, una chitarra
finta!!). Che dire in più se non spingervi
allacquisto di questo cd dissacrante e insano!
recensione tratta da sonicbands
Ascoltando il disco dei bolognesi Laghetto, mi accogo
di quanto sia ancora possibile plasmare un genere
(apparentemente non troppo personalizzabile riferendomi
alla scena italiana) come l'hardcore. Hardcore inteso
come suono roccioso e muscoloso nel quale i Laghetto
riescono a infilarci dentro molte altre influenze
(come noise, rock ecc..), rendendo davvero piacevole
l'ascolto di questo "Sonate in Bu minore per
400 scimmiette urlanti ". L'originalità
e una certa "follia" di fondo aleggiano
per l'intera durata del cd (ottimamente "impaccato"),
che sembra influenzato, almeno alla base, prevalentemente
dai primi Refused, ma aperto a mille altre influenze,
capaci di far anche emozionare. Interessanti le scelte
vocali, con certi passaggi molto azzeccati, che certamente
risultano essere la cigliegina sulla torta del cd
in questione. A parte un intro piuttosto banale, le
tracce proposte godono di potenza, originalità
ed immediatezza, senza cadere mai nel deja vu. Tra
le canzoni che mi hanno maggiormente colpito per la
loro "integrità" ci sono "Uomopera",
"Proud of my pappagorgia", "L'Odore
del pomeriggio (quando lo butti via)" e "Armageddon
in casa Lapenta". Da segnalare la presenza di
"Requiem of CB", bellissimo brano dedicato
a Carmelo Bene, scomparso attore teatrale, del quale
vengono utilizzate le parole che fluttuano sulla musica
composta dalla band. La proposta è più
che interessante, i Laghetto hanno il merito di aver
messo in mostra uno stile personale ed estremamente
divertente. Grandi!
recensione tratta da SOA
Il nome ed il titolo fanno già alzare gli
occhi al cielo; artisti del cazzo. Ma già quando
mi arrivò qualche tempo fa un promo di sto
gruppo di -credo- bolognesi, avevo deciso che mi piacevano.
Catalogabili nel filone screamo-core saltuariamente
tendente al pestone, testi da fusi di testa. Sarà
che quando si esula dal discorso anticimex-extreme
noise terror io vado un po' nel pallone... Comunque
i nostri si sanno far apprezzare; già dalla
confezione del cd di buon gusto, che in un paio di
testi di vero delirio. Musicalmente divertenti, registrati
non eccepibilmente, ma non si può voler tutto...
Acquistano punti con i rimandi a Cronaca Vera nel
libretto del cd. Acquistano altri punti per il testo
interamente dedicato al Napoli, la squadra di calcio,
in cui i geni citano alla rinfusa una ventina di vecchie
glorie tra l'82 e l'89, dai quartultimi in A a campioni
scudettati. Tuttavia non viene citato l'indomito Garella,
portiere dedito alla parata di ginocchio o il venduto
Vinazzani che una volta passato alla Lazio ci fece
assegnare bel 9 punti di penalizzazione per partite
truccate... e ciò non è bene. Il cd
viene alla luce grazie ad una cordata di 15 (quindici
?!?) etichette/realtà/come volete farvi chiamare,
ed io ho sempre visto un po' il fenomeno come una
perdita di valore dell'opera tutta, ma saranno pure
i miei gusti difficili del cazzo...
consigliato
recensione tratta da STNT
Je ne connais rien de laghetto, groupe italien de
Bologne formé en 1999. Pourtant du coté
sonore, laghetto est vraiment un très bon groupe
d'Italie
Italie? Laghetto rajoute justement une
couche créative avec des influences très
bien digérées, très bien recrachées
sans copier-coller. AH! AH! Pas mal du tout en ces
temps de recopiage stérile. Laghetto se permet
de passer du Tutti Pazzi à little dreamer en
rajoutant des strates à la rorschach, merel,
iconoclast, contropotere, kina, citizen arrest, merel,
neurosis et même refused, fugazi, tragedy, etc.
Pas désagréable, ce côté
mélodique qui évite le brutal core et
construit un nouvel hardcore italien bien pris dans
son côté historique et énergique.
À surveiller sur scène, un très
bon espoir! Plus que cela? AH! AH! Belle pochette
en carton, un livret orange avec paroles en italien
et en anglais, une coprodiy de 10 labels italiens,
et hélas un site internet assez nul!
recensione tratta da danceofdays
iItalian hardcore that doesn't fit into any category.
All in all it's energetic for sure, but it also lacks
definition for sure which make the record quite arbitrary.
Melodies and acoustic parts here, fast parts with
punk rock touch there, screams, spoken words, singing,
breaks and rock'n'roll. Whatever it might be, it seems
like they are funny guys and they have fun doing this
mixed music mass. Seems Italian to me. Or was it spanish?
Technically we've got some fine production here...
recensione tratta da voidfaith
Italienska Laghetto's senaste album "Sonate
in bu.." har funnits i min ägo ganska länge
nu. En recension har dock länge känts ganska
avlägsen då jag aldrig riktigt fått
grepp om dessa tokiga italienare, redan när skivan
och låten "Proud of my pappagorgia"
inleds med operasång och en manlig agitatorröst
gång på gång säger "We
are against this war Mr. Bush, Shame on you Mr. Bush"
försvinner det mesta i referensväg. Visst
Laghetto må ofta vara relativt lätta att
stoppa in i facket bland ny screamo ala Orchid, men
väldigt ofta vet man dock inte vad man ska tycka
om bandets musik då de friskt varvar de energiska
och ibland smått melankoliska screamopartierna
med old school körande, samplingar, diskotrummor
samt onyanserade och trötta hc-riff. Är
det skitbra och unikt? Eller är det raka motsatsen?
Trots att skivan spelats ganska ofta på senaste
har jag fortfarande inte kommit fram till något
konkret svar att dela med mig av.Italien har producerat
många bra band i hardcore/screamo väg de
senaste åren. La quiete, Raein, La falce mfl.
är väl alla exempel på dessa. Många
av dessa band, precis som Laghetto, har även
valt att sjunga på modersmålet vilket
jag ofta tycker är otroligt snyggt. Man förstår
kanske inte så mycket alltid men de flesta verkar
dock även ha för vana att översätta
texterna till engelska vilket även är gjort
här.Även om det må verka som "Sonate
in bu.." inleds väldigt seriöst och
med politisk anknytning precis som flera andra textstycken
så är de oseriösa och halvknasiga
texterna inte heller ovanliga. Ta "ss napoli
football players 1982-1989" (som för övrigt
lätt är skivans starkaste spår!) till
exempel, där bandet bara skriker namnen på
alla de fotbollsspelare som spelat i Napoli mellan
1982 och 1989! I den senare delen av bookleten finns
alla texter som sagt översatta till engelska
och där kan man läsa: "Uhm.. Yes, it's
really a bunch of names of football players who played
for SS Naples between 1982 and 1989. Should we translate
it with Blackburn rovers players?""Sonate
in bu minore per quattrocento scimmiette utlanti"
och dess tio låtar övertygar i slutändan
inte överdrivet trots all charm och alla lättlyssnade
partier. Det fattas något som trollbinder och
håller intresset vid liv. Det är ett eget
hopkok och Laghetto låter inte som något
annat band jag hört, vilket dom ska ha all cred
för. Men tyvärr så räcker det
inte hela vägen.
recensione tratta da uveviolence
Continuamos con el material este del sello italiano
Shove records esta vez de la mano de Laguetto que
son de Bologna y en este disco colaboran nada mas
y nada menos que 16 sellos/colectivos y hasta un bar!,
el bar "La muerte" toma ya!.Bueno nada mas
pensar como cojones se han podido poner de acuerdo
16 personajes para sacar este disco, dan ganas de
no escucharlo. Bueno seamos respetuosos, aqui aparecen
diez temas, cantados en italiano en poco mas de media
hora, donde mezclan a unos Refused con Helmet o Unsane;
ellos por lo visto lo llaman ninja-core, cagate! (ahora
que me fijo el dibujo de la portada viene a ser una
ninja).Me quedo con los dos temas instrumentales "Armaggedon
in casa lapenta" o "Requien for cb"
una estupenda canción con un paisano diciendo
cosas en italiano y en general con la calidad que
desprende el disco en si, que unido a la presentación
en digipack de carton recortado, hace muy digerible
este disco que saldrá en los proximas semanas,
ya que esto es primicia eh!
recensione tratta da mmamm
Desde la italiana ciudad de Bolonia nos llega este
disco de cuidada presentación en digipack,
para cuya edición se han puesto de acuerdo
el sorprendente número de 16 entes diversos
(sellos, tiendas e incluso un bar). Entre sus pistas
nos encontramos 10 canciones cantadas en italiano
a medio camino entre Unsane y Refused, una suerte
de new school hardcore donde también se dejan
oír ciertos toques screamo. Como nota curiosa,
a mitad del disco se permiten "homenajear"
a Carla Bruni. ALFONSO.
recensione tratta da freakout
I Laghetto sono un quartetto attivo da quattro anni.
Partiti in tre: John Di Raudo voce e chitarra, Ratigher
voce e basso e Gigei Ottone alla batteria, provenienti
rispettivamente da Livorno, Pavia e Bologna hanno registrato
nel 99 un primo demo Harry Bunch goes to
heaven", che hanno presentato in giro per lItalia,
per poi approdare alla Loudblast. Nel 2001, hanno fatto
uno split con i Magazine du Kakao e nel frattempo è
entrato in formazione il chitarrista Tuono Pettinato,
con cui hanno registrato un secondo promo. I Laghetto
suonano un hardcore irregolare, estremo ed incapace
di scendere a compromessi con la melodia. Nei loro testi
emergono le figure mitiche deicombattenti ninja in calzamaglia
nera. I testi, spesso introspettivi, nascondono una
tensione che si riflette anche nella musica, dove la
base ritmica serra le fila, mentre i due chitarristi
corrono a due mila allora. Il cantato alterna parti
estremamente ritmate ad un cantato dilaniato e rauco.
Quando partono conlacceleratore a tavoletta rendono
i brani abrasivi e deliranti. In alcuni frangenti ricordano
la tensione tirata al massimo dei Neurosis, in altri,
invece, come nella curiosa S.S. Napoli footbalplayers
1982 1989 si inerpicano sulla linea Linea
77 Deftones. Se rallentano il ritmo è
soltanto per passare al post-core screziato ed incerto.
I Laghetto si trovano, dal punto di visto concettuale
e di approccio nello stesso bailamme delirante dei Debord.