la musica è  brutta
il coraggio di non suonare
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sonate in bu minore per quattrocento scimmiette urlanti reviews

Recensione tratta da rumore n.142, novembre 2003

E' una delle hit incontrastate del circuito punk do-it-yourself, e non a torto: in un crescendo delirante loro gridano "uomo pera" e i kids replicano in coro "merda!" e il rito si compie. il brano è -l'avrete capito- Uomo Pera, e loro sono i bolognesi Laghetto, autodescrittisi come i "refused internati in un reparto di psichiatria". ma se state pensando a qualcosa di goliardico vi sbagliate di grosso. trattasi di hardcore creativo coi fiocchi, poco stereotipato e molto potente, forte di stacchi mirabolanti e testi geniali (vedere ss.napoli football players 1982-1989, o lo straripare verbale degno di un poeta slam di la mano senza dita e l'odore dei pomeriggi).

recensione tratta da munnezza

Un disco dei Laghetto ha il potere di riconciliarti con una scena hardcore che spesso esaspera certi suoi atteggiamenti e che, comunque, si prende troppo sul serio: non parlo qui di un aspetto in particolare dei tanti possibili (non ci penso nemmeno a ridurre ad un unicum una realtà così frastagliata!), ma di quell'aurea di solennità e superiorità che circonda un po' tutti gli adepti al sacro circolo del rumore. I Laghetto questa visione la minano dall'interno, ne mettono in mostra senza alcuna pietà gli aspetti più discutibili, la criticano inflessibilmente, pur sposando in pieno - e qui sta il bello - e in maniera più coerente di qualsiasi altro i principi fondanti dell'hardcore. Che ovviamente sono l'autoproduzione e la musica come arte e mezzo di comunicazione e di protesta, mai di business. In che modo? Non direttamente, ovvio: sarebbe stupido nonché troppo facile; evitandone, invece, con grande abilità i luoghi comuni più inflazionati. Intitolando un disco "Sonate In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti"; realizzando per esso un artwork e un packaging tra i più originali ed efficaci mai visti quantomeno in Italia; radunando ben quindici etichette indipendenti per la produzione; chiamando le proprie canzoni Proud of my pappagorgia, Armageddon in casa Lapenta, L'odore dei pomeriggi (quando li butti via); dedicando un brano alla memoria del grande Carmelo Bene (Requiem for CB), che per quanto geniale fosse non credo s'intendesse di hardcore; imbastendo i soliti testi tra nonsense e humour (anche di colore nero, a volte: "La mamma aveva un figlio di nome Samuele. Adesso ne ha un altro, uno nuovo, e si chiama Gioele" è quello, peraltro "fantasma", di Gioele stai attento - ve lo ricordate il delitto di Cogne, no?).
Insomma: non usano slogan e forme trite e ritrite di dialettica panc per esprimere quei sentimenti di disprezzo che sono (giustamente) cari a molti del giro, e piuttosto che scrivere l'ennesimo, inutile e scontato pezzo contro Berluskoni, scrivono un pezzo come Uomo pera, e il risultato è maggiore. Ve lo assicuro. In ogni caso, non condivido affatto questa recente tendenza generalizzata a voler liquidare i bolognesi con aggettivi come "pazzi", "fuori di testa", o peggio ancora "demenziali"; perché è chiaro e palese che i Laghetto non sono affatto un gruppo trash, né involontariamente né per necessità (come sovente accade, soprattutto proprio tra quei gruppi che si credono "politicizzati"), bensì Tuono Pettinato (uomo immagine della band, colui che suona una chitarra finta) e soci hanno delle teste molto ben funzionanti sulle spalle e si servono di tale linguaggio nello stesso modo in cui si servono della loro accentuata teatralità on stage e nelle interviste, ovvero per perseguire uno scopo dannatamente concreto. Per dirne una: nei concerti benefit di ogni ordine e grado, soltanto di rado non si registra anche la loro presenza. Fateci caso. Ed è per questo che possono permettersi di fare il verso all'intoccabile ed irraggiungibile Carla Bruni di Quelqu'un m'a dit (sono riusciti a fare a pezzi pure questo), o di dare vita ad una canzone come S.S. Napoli football players 1982-1989, cioè una sfilza di nomi tratti dalle formazioni della squadra campana di quel periodo preceduta da una "normale" lirica trascritta sul libretto in un esilarante inglese maccheronico, oppure ancora di dissertare pacificamente e dovunque ne abbiano la possibilità del loro proverbiale ninja-core, e mantenere nonostante ciò una credibilità inattaccabile. Noi che i Laghetto li conosciamo da anni, da prima di quei tanti che (per fortuna) ora, ma solo ora, ne tessono le lodi (tanto che possiamo anche fare a meno di spiegarvi com'è la musica - per questo si vedano le recensioni del demo e del promo, nonché quella dello split coi Magazine Du Kakao e l'intervista), lo sappiamo bene. Se ancora non possedete l'ameno oggettino in esame e - sbruffoni - non avete intenzione di procurarvelo, potete allora procedere - non prima di esservi comprati e letti avidamente un numero di "Cronaca Pera" ("Settimanale di storie plausibilissime e donne nude a vanvera") - con il seppuku e dire addio ai vostri sogni di hardcore.

recensione tratta da radioriot

Questa è la recensione più difficile dell’anno. Come si fa a rendere appieno il senso di questa band in poche righe? Bha, ci provo: i Laghetto non sono un semplice gruppo post-core, sono qualcosa di più. Non sono demenziali, sono surreali. Non sono disimpegnati, sono volutamente e intelligentemente sopra le righe. I Laghetto sono una creatura fantastica. Hanno un senso dell’umorismo indiscutibilmente superiore. Hanno un’attitudine hardcore pura e incontaminata. Sono al tempo stesso inconsistenti e densi di significato, a seconda di quanto si vuole andare in profondità. L’unico modo per farveli conoscere non è quello di recensirli: non sono così bravo e non vorrei sminuirli. I Laghetto si recensiscono da soli (come sfornatutto), facendosi ascoltare, facendosi leggere, facendosi assimilare giorno dopo giorno. Trovate il disco, visitate il loro sito e quello della loro piccola etichetta/casa editrice www.donnabavosa.com, leggete i loro fumetti (di Ratigher e di Tuono Pettinato) e le tante interviste rilasciate per fanze e webzines, andateli a vedere dal vivo e, se possibile, scambiateci quattro chiacchiere. Se, dopo tutto questo, scoprirete che i Laghetto non vi piacciono, non abbiate paura: i Laghetto non devono piacere o non piacere. Lo sanno solo loro quello che devono fare (forse).
In ogni caso, non me la sento di recensirli, davvero. Mi dispiace, perché meriterebbero cose migliori di quelle che ho detto. Spero di avervi confuso le idee a sufficienza.

Stupefacente ninja-core (hc new school in high tech reinterpretation) dalla polimusicale Bologna! I Laghetto danno luce alla brutalità demenziale della loro pappagorgia e del loro stile unico e inarrivabile! 10 canzoni dov'è impossibile trovare una demarcazione tra la realtà e l'impossibile, capaci di stupirci dalla prima nota all'ultimo urlo.
Baciamo le mani.

recensione tratta da zeromagazine

Ci si lamenta tanto che i gruppi italiani sanno solo scimmiottare l'estero, ed allora perchè tra i vostri dischi manca ancora quest'album che regolerà tutti i conti a colpi di Ninja-Core? Il full-lenght dei bolognesi Laghetto, uscito un anno fà è stato un micro-evento nella scena italiana : quindici etichette unite per la produzione di quest'album (tra cui la Donnabavosa Records, degli stessi Laghetto), spirito in apparenza demenziale (a partire dai nomi dei quattro componenti tra cui domina Tuono Pettinato!) e un suono maturo e quanto di più seriamente massiccio ed elaborato si può trovare in casa nostra.Per descriverli si potrebbe pensare alla pesante attitudine noise dei Botch dove gli scatti isterici vengon esaltati al modo dei Refused, con ogni tanto passaggi che sono innegabilmente lo sviluppo del Punk/Hc italico, con testi cantati perlopiù in Italiano nonsense. Ma di questo siam davvero sicuri? Mentre si senton urlare in Uomo-Pera i più improbabili nomi di frutti antropomorfi nella sua furia metallica e coro in screaming, sembra così insensato anche l'intro che passa quasi inosservato "è necessario un antagonista, anche arbitrario, per ritrovare la propria identità/per capire cosa si è bisogna aver chiaro cosa non si è", poi ripreso dall'intervallo finale mosh "Rifletto sugli altri il disgusto di me/Mi serve schierarmi"? C'è modo e modo di dire le cose, e se nell'Hc appare ormai un clichè quello della denuncia buttata in faccia, i Laghetto nascondendosi sotto la misè goliardica di brani come SS. Napoli football players 1982-1989, dove le chitarre distorte, screaming e rumorismi vari di strumenti violentati sono la base (o hanno come base) per un testo che è solo l'elenco dei giocatori della squadra calcistica di quegli anni, si insinuano poi con brani come L'odore dei Pomeriggi (quando li butti via), che con un linguaggio atipico per l'Hc rinnova l'espessione di alcuni umori nichilisti che del Punk sono la base. Tra l'altro su un brano violento tra accellerazioni, basso roboante, screaming e arpeggi inaspettati come il miglior Hardcore/Emo Violence. Brani come la lunga cavalcata Post-Core, quasi Post-Rock nella sua malinconia, Requeim for CB, dedicata allo scomparso attore e regista Carmelo Bene, enfatizzata emotivamente dal sampler di alcune frasi recitate dall'attore, nel finale ripetute dalle urla distorte del gruppo, o ancora la strumentale Gioele stai attento dovrebbero togliere ogni dubbio sul fatto se stiam parlando di un gruppo scazzone o meno. Così sollazziamoci pure sull'attacco di Ninja-Core (dove trova posto addirittura una citazione degli 883!), perchè i Laghetto sono un altro di quei gruppi capaci di corrodere il dislivello tra la nostra musica e quella d'oltreoceano, fregandosene pure altamente che questo venga capito o meno.

Francesca Agresti

recensione tratta da kathodik

Premessa: Mi accingo a scrivere questa recensione cosciente del fatto che sarà difficile rendere giustizia piena a questo album e che qualsiasi discorso su di esso mi risulta sempre riduttivo. Svolgimento: Era da tempo che non aspettavo l’uscita di un album con simile impazienza. “Sonate In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti” (che titolo ragazzi!) dei bolognesi Laghetto (quattro loschi individui che si celano dietro strani pseudonimi quali: Tuono Pettinato, John D. Raudo, Ratigher e Gigei Ottone ) arriva dopo uno split (coi Magazine Du Kakao) e un ep autoprodotto ( da cui già fui colpito positivamente ), ci voleva dunque la prova sulla lunga distanza ( e finalmente ). In verità, avendo già sentito i pezzi qualche mese fa a Pesaro in un loro strabiliante e infiammato live, come dire “mangiavo la foglia”, avevo sentore che questo potesse essere l’album della loro “consacrazione”. E infatti. Sin da quando il cd ha cominciato a roteare tra le mie mani e i miei occhi si sono pasciuti della sua confezione ultra-curata, cartonata, apribile, dalla grafica superba (del resto Raudo, ratigher e Tuono sono anche disegnatori vedi Donna Bavosa Comics) dicevo sin da quel momento la parola FICATA s’è cominciata a palesare sulle pareti opache della mia mente. Quando poi lo si inserisce nel lettore un sorriso vi ( da ora userò il plurale perchè rifiuto l'idea che possano non piacere ) si stamperà in faccia e vi rimarrà incollato lì per 31 minuti e 52 secondi esatti. Vi chiederete se quel sorriso è dovuto più alle liriche demenziali dei Laghetto ( eppur intelligentissime ) o sia piuttosto la naturale manifestazione esteriore del godimento auditivo di 10 canzoni in cui l’equilibrio tra momenti riflessivi, più lenti e anche acustici ( Devoured By Carla Bruni ) e attacchi di furia cieca noise-core con bordate pseudo-metalliche ( L’Odore Dei Pomeriggi =esempio calzante ) è perfetto. Ad ogni ascolto si entra sempre di più nel mondo dei Laghetto: un mondo in cui individui in calzamaglia nera imbracciano chitarre e suonano ninja-core per sconfiggere il terribile Norton.Ma tentiamo di dare qualche coordinata dal punto di vista musicale. “Sonate “ rispetto all’ultimo ep gode di una registrazione migliore ma non è solo questo: qua sembra tutto più a fuoco, più maturo, più cattivo, incompromissorio, urlato. Che ne so ascoltatevi la nuova versione di Uomo Pera (unico pezzo ripreso dal precedente ep) e capirete di cosa vado farfugliando. I Laghetto suonano come se un gruppo tipo Elio E Le Storie Tese o gli Skiantos fosse stato tirato su a Breach, Refused, Botch o anche peggio. Le liriche? Un esempio per tutte. Prendete S.S.Napoli Football Players 1982-1989 in cui sono riusciti a rendere un semplice elenco di cognomi di calciatori, un anthem noise-core di rara efficacia adrenalinica. Demenzialità e genialità. Fermatemi. Starei qua a scrivere dei Laghetto fino al tramonto.Conclusione:Ascoltateli ASSOLUTAMENTE. Sostenete l’oligofrenia galoppante. W il Ninja-Core.

recensione tratta da movimenta

Noise. Hardcore. Big Black. Helmet. Slayer. Eyehategod. Unsane. Godflesh. Merzbow. Cows. Valerio Zecchini. Fugazi. Post punk. Ministry. Rumore. Amphetamine Reptile. Korn. Stoner. Punk. Sicuramente il fatto che abbiano testi nonsense può dar da pensare che Laghetto sia un gruppo trascurabile, tipo dei cazzoni con le loro chitarrine in mano. O può anche darsi che siano IL GRUPPO ROCK se ce n'è uno al mondo. Può darsi che un progetto organico e sentito di musica "alternativa" (nell'accezione più nobile del termine: un suono che nasce da un rigetto delle forme musicali esistenti) non debba mettere in bella mostra ogni sua componente per far urlare al capolavoro/completista/pazzi/geniali fall 2003. Fin troppo facile relegare Laghetto ad uno sterile comparto di nicchia autodenominato ninja-core (in realtà Laghetto non sono veri ninja. Sono più, a tutti gli effetti, una manica di cazzoni che si prendono gioco di una cultura millenaria che non hanno gli strumenti concettuali per capire, ma i crimini non passano inosservati ed è per questa fondata ragione che le loro teste stanno per rotolare sul pavimento della loro sala prove), come quel genere di gruppo che sì, carino ascoltarli una volta ogni tanto ma poi vaffanculo. Laghetto è ben altro. Una forma critica nei confronti di un certo sistema musicale, quello che deriva da un certo tipo di sistema sociale; una critica dall'interno, dato che dello stesso sistema Laghetto fa parte. Le schitarrate fuori tempo di Uomo Pera non sono un gioco fine a se stesso, i rantoli anti-"Giorgio Cespuglio" della canzone identificano un nemico, se vogliamo banale (ma non per questo meno inviso a qualunque sano di mente), dandone però al tempo stesso una dimensione inedita: italianizzata, volgare, basso-culturale che ridisegna i confini della satira politica in chiave fumettistica. Evidente esempio di narrazione della realtà attraverso l'ossessivo ricorso a figure retoriche che definire irreali è puro eufemismo; Devoured By Carlabruni (allucinata rilettura di Quelqu qu'un m'a dit) è DAVVERO un giochetto senza implicazioni reali? E poi certo, dietro tutte queste cazzate Laghetto è un gruppo Noise (notare la maiuscola), quindi un gruppo "di genere", anche se il genere che suonano è il migliore mai esistito. Il punto cruciale, tuttavia, è che all'interno dei canoni noise più abusati Laghetto riesce a reinventarsi ed a trovare una formula che in mancanza di termini più nobili chiameremo "italiana". Niente dipendenze, N citazioni. Rantoli deviati. Batteria e chitarre per conto loro. Un magma sonoro impastato e travolgente. Un suono rozzo, inutile, sguaiato, monolitico, slabbrato, pressappochista, di bassa lega, ignobile, grasso, malvestito, poco attraente e infinitamente incazzato (o anche inKazzato, se siete di Kuelli Ke mettono la K ad ogni Kosto). Il rock come dovrebbe sempre essere e sempre più spesso non è. Affanculo i Gran Sopravvalutati, lunga vita a Laghetto.

recensione tratta da poisonfree

This is a quite unique version of new schoolish, rocking hardcore, and was able to surprise me a little bit with it’s nice and unique packaging as well as with the entertaining musical content. Describing Laghettos style is not really easy. It is part new school hectic hardcore, being influenced by Screamo and chaoscore as well as by some Emo, as you have many more melodic parts with melodic voices – and part completely different, with vast instrumental, jam like passages, some more punk orientated songs and even more. What I like about all this is that they sound energetic with most of what they do, the guitars sound furious quite often, the singer(s) are pissed screaming and there are a few real cool grooves on here as well, especially when Laghetto rock in that dirty way. If you can imagine a bastard of Lack, Kneejerk, typical Italian new school. mid 90ies Swedish hardcore and punk roots you are where these guys want to have you. Oh, has Italian lyrics with English linernotes to make it more internation. As said – this is strange, but nice and interesting!

recensione tratta da emotional flashback

Chi ha detto che la follia è un male? I Laghetto sono la dimostrazione vivente dell'erroneità di questa affermazione. E' anche difficile trovare le parole per descrivere la genialità (o semplice pazzia?) di questo gruppo. Date un'occhiata ai testi, ma credo che bastino i titoli delle canzoni (Proud of my pappagorgia, Uomo pera, L'odore dei pomeriggi(quando li butti via), Ninja core) per accorgervi che ci troviamo di fronte ad una realtà estranea a tutto ciò che è ordinario. Che dire dal punto di vista musicale? Beh il sound proposto mischia tranquillamente sfuriate hardcore a ritmiche care al nu metal fino a pacatezze melodiche, tutto sempre in funzione delle allucinazioni liriche (e credo anche mentali) di questi ragazzi. Senza mezzi termini un capolavoro!!!

recensione tratta da hatetv

Una volta su un manifesto che pubblicizzava un loro concerto al Paso, venivano presentati come "i Refused con la camicia di forza". Bè, come definizione non è proprio il meglio, ma direi che rende bene l'idea. Che i nostri abbiano qualche rotella fuori posto (o forse le hanno tutte troppo a posto) lo si capisce da tante piccole cose, a partire dal titolo (!), o dal fatto che le canzoni sono divise in lato A e B, come ai tempi degli ellepì e delle cassettine. Guardando poi il booklet (che si trova all'interno della copertina cartonata, molto semplice ma decisamente più calda che non la solita copertina di plastica) ad esempio scopriamo che i Laghetto sono in quattro, ma che uno, Tuono Pettinato (!), suona la fake guitar (per chi non li avesse mai visti dal vivo, è una di quelle chitarre giocattolo di plastica, con i tasti colorati sul manico); lo stesso TP compare nel paginone centrale del booklet (manco fosse Playboy!) in posa languida sotto il titolo "Le confessioni scabrose di un ex-Ninja che vuole diventare subrétt". Come potrete intuire, dello spirito originario del punk colgono l'estrema ironia, ai limiti della presa per il culo.
Ma passiamo ai pezzi, perchè a stare a parlare del contorno rischiamo di dimenticarci le cose importanti. Post-hardcore decisamente variegato, che passa da momenti decisamente noise a rallentamenti arpeggiati più malinconici, con suoni grezzi al punto giusto, basso distortissimo e voci allucinate che cantano dei testi che spaziano dall'elenco dei giocatori del Napoli di Maradona al racconto di un compleanno in famiglia. Qua e là però affiorano come secche frasi che danno un certo spessore al tutto ("..quando ho capito di non poter essere il protagonista ho deciso di fare il narratore.."). Per aiutare l'ascoltatore a non naufragare nel mare di follia sul booklet ci sono delle piccole spiegazioni dei testi, dalle quali si vede che i nostri non sono così di fuori come vogliono apparire, che dietro la facciata di follia si nasconde qualcosa che ha a che fare col genio. Un'ultima cosa: se vi capitasse l'occasione non fatevi scappare un loro live, è qualcosa di veramente unico.

recensione tratta da kronic

Avete voglia di vivere un’esperienza mistica senza bisogno di assumere droghe particolari? Ma non intendo una di quelle menate da fricchettone nostalgico che presuppongono l’ascolto di un disco di sonate indiane per sitar, mi riferisco invece agli amanti del suono più ruvido e graffiante dell’hardcore o in questo caso sarebbe meglio dire “ninja-core” (come recita il titolo di una canzone contenuta nel disco). E’ proprio così, ascoltare il primo disco ufficiale di questa band italiana, è indubbiamente un’esperienza extrasensiorale grazie all’aura surreale che aleggia intorno ad ogni brano e alla dissacrante ironia dei testi delle dieci tracce che compongono “Sonate in Bu minore per quattrocento scimmiotte urlanti”. Già il titolo del disco può prepararvi all’ingresso in questo tunnel fatto di hardcore appassionato in stile primi Refused e ricco di schizofrenia letteraria allo stato puro. Ma lo stile dei Laghetto è personale ed originale e lo si nota nelle scelte vocali, nei ritmi e nell’uso di un apparente “non-sense” decisamente affascinante. In questo contesto non stonano titoli come “Proud of my pappagorgia” e “Armageddon in casa Lapenta”. Splendido anche il brano dedicato al genio di Carmelo Bene dal titolo “Requiem for CB” in cui un tappeto sonoro di grande impatto fa da sottofondo alle parole del famosoattore teatrale scomparso. Gli “stop and go” di “L’odore dei pomeriggio (quando li butti via)” e la sua malinconia galoppante, rendono onore alla cura dei particolari, senza mai cadere nel banale, così come la lunga overture strumentale dal titolo “Gioele stai attento”. Insomma i Laghetto dopo un demo e uno split e tanti concerti in giro per l’Italia, sfornano un disco intenso che arriva di diritto sulle alte vette del moderno hardcore italiano. (Niccolò Mulas)(27/9/03)

recensione tratta da passionealternativa

Coproduzione in grande stile per il nuovo disco dei Laghetto. Il loro ninja core mi fa impazzire da matti, la loro esplosione musicale è glaciale a tal punto, da distruggere tutti i rivali concorrenti. La loro musica e una sinfonia di Back con l'aggiunta di una instancabile posizione "massonica", "luterista". Coinvolgenti nella loro disorganizzazione più completa, spaesati, come un guardiano d'hotel nel mondo dei morti. Sofisticati e poco razionali, corrotti dall'instancabile voglia di musica. In un nome tutto da scoprire, una vena artistica da artisti da baraccone, da barboni della storia aristocratica. Pungenti al punto giusto, e calcolatori in varie sezioni penetranti del cd, puri come una vodka d'estate e sporchi come un quartiere malfamato di New York d'inverno. La parola soft nel linguaggio burocratico dei Laghetto, non esiste, loro sono scontrosi, feticci, sempre perennemente incazzati. Sound penetranti e costosi, arrapanti, e scontrosi di base, insomma una miscela di amore e odio giornaliero. Pezzi dall'aria immacolata, si trasformano in ambizioni scatenanti personalizzate, i migliori in ordine di preferenza "Uomo Pera", "La mano senza dita" e "Ninja core".Conclusione:prelibati in assenza d'ossigeno!

recensione tratta da chacka

Adesso, un attimo di calma. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh.
Cioè, questi fanno ninjia-core. Emmmenomale che tutti quelli che conosco dicono che io do definizioni allucinanti, tipo turbo-hc-ultra-grind, con venature emo-punk e un tocco di follia alla Merzbow. Ora. se lo ascolti non lo molli. Ho letto su Cronaca Vera di nuove forme armate di resistenza, guidate da un’esercito di eroi in calzamaglia nera, tuttavia non si tratta dei Black Block. Ho letto su Cronaca Vera che l’uomo non discende da scimmie antropomorfe, ma discende dalla pantera nera da cui discende l’ombra portatrice di morte… Ma sono percezioni distorte del mondo che a volte possono dare un senso alla mia esistenza votata al sovvertimento; la sorte di questo impero è segnata. Come un ninja fai le scale (pentatoniche). e come fai?
sono pazzi, un po' (come dice Lele Smartz) sei avessero messo i Refused dentro delle camice di forza alla kriptonite, e una volta legati, li avessero appesi per 2 anni come quel pingone che a londra sta sul tamigi.. Scariche di follia, con una melodia metallurgica in sottofondo. Ma mica si chiude qua. perchè poi ti imbatti in Corrado FFFFFFFFErlaino che sgrattugiando la sua gola su una dolce riffata dalle venature Slint/Fugazi, inceppa in una scordinatissima session di jazz.iper.core.fusion.DillingerPlaneEscape. Già. Peccato che poi il testo nonsense prende sense, e tutto si incasina ancora di più. Perchè il ruomore, fine a se stesso, che gira e trita, non finisce fine a se stesso, ma prende forme e spazi che non tutti ben definiscono, ma che l'orecchio attento capisce. Come un ninjia fai le scale (pentatoniche) Padaddaddadatumpa. Fin troppo banale? E no, perchè questi ci escono sul serio così, un puzzone barbone che rantola, la grattugia sulle 6 corde, il martello sulle 4, a calci il resto. Puzzano, schifano e sono. Se vi capitano sotto tiro non perdeteveli, e come dicono loro: Uomo pera merda Uomo pera merda
Uomo palla yeah Uomo uva yeah Terribile Norton merda Uomo puma: yeah Bertallot merda Steve Frank Eeeeeehehhhh D.I.Y.:YYYYYYYYYYYYYEEEEEEEEEEEAAAAAAAAH! chi non li becca si becca una stelletta col ninjiacu, e tutte le tartarughe minchia ad inseguirlo, a mo' di cane di raveabbestia.. chacka supporta ed è diy

recensione tratta da in your eyes

nella convulsa storia dell' hard-core underground italiano c'e' posto anche per questi splendidi Laghetto che a giudicare dal risultato di questo album ci sanno davvero fare.Arrivano da Bologna e sono in quattro ad offrirci una visione drammaticamente contaminata di melodie ed evoluzioni: ci folgorano con suoni sincopati, eccessivi ed intuizioni originali e dissacranti; ci offrono una musica noiseggiante costruita sugli incontri tra testi sfacciati ed una voce color "solvente" capace di esaltare con un effetto lancinante il tutto. Ne consiglio vivamente l'ascolto e ,se avete la fortuna che capitino nella vostra citta', la visione.Loriana.

Recensione tratta da music club

I primi cinque / dieci minuti li ho passati a leggere le etichette che hanno prestato il loro nome a questo lavoro, non esattamente per la produzione dell’album ma più che altro per un marchio di qualità, visto e considerato che i Laghetto, questo disco, se lo sono autoprodotti. Non ho fretta e ve le cito tutte e quindici: Donna Bavosa, Shove, Bar La Muerte, Riot, Anemic Dracula, NC, Smartz!, Hurry Hup!, Radio Riot, Fine Before You Came, 8mm, Kick Agency, Vacuum, Cervello Morto, Produzioni Sante. Sonate in bu minore per quattrocento scimmiotte urlanti è fondamentalmente un lavoro di matrice hardcore, paragonabile, se proprio devo fare un nome, a qualche album firmato Refused, ma la cosa che più mi stupisce è che pur non ritenendomi un grande ammiratore del genere, questo dischetto me lo sono letteralmente mangiato con le orecchie. Nichilisti, pesanti, irriverenti ed ironici, decisamente non per tutti ma comunque bravi, molto ! …scimmiottanti !

Recensione tratta da silentscream
Elio e le Storie Tese annegati in una fanghiglia post-core. Questa la primissima impressione causata da “Sonate In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti”, esordio sulla lunga distanza dei bolognesi Laghetto dopo lo split-cd della Loudblast (insieme ai Magazine Du Kakao) ed un mini autoprodotto. Testi demenziali in italiano (che spaziano dalla satira al nonsenso) in dieci tracce noise-core (o forse sarebbe meglio dire ‘ninja-core’) assolutamente devastanti, suonate da quattro brutti ceffi con nomignoli assurdi. Detto così potrebbe sembrare una stronzata, ma invece viene naturale scomodare (cito a memoria e a caso) Slayer, Helmet, Fugazi, lo sludge-core e Latte e i suoi Derivati, Refused, Breach e gli Skiantos. Una mezz’oretta di distorsione in formato hardcore che aggredisce senza alcun ritegno, ma che sa anche prendersi delle pause di riflessione generalmente necessarie (come nella minacciosa “Requiem For Cb” o nella minimalista “Devoured By Carlabruni”), che ampliano la proposta musicale del quartetto e dimostrano anche delle capacità di scrittura più che degne, che rischiano di passare inosservate (o, ancor peggio, ignorate) nascoste dalla massa di cazzate sparate senza freni. E’ naturale che le opinioni si dividano in due gruppi, tra i sostenitori della genialità e quelli dell’idiozia, così come è spontaneo farsi quattro risate ascoltando le avventure del supereroe in calzamaglia Ninja Core (nel pezzo omonimo), ma la differenza tra i Laghetto ed il cabaret in musica sta proprio nel riuscire nell’intento di far ritornare l’ascoltatore più volte sui brani, grazie ad una coerenza ed una attitudine hardcore davvero sorprendente. Che poi “S.S. Napoli Football Players 1982-1989” sia un brandello di album di figurine Panini spiaccicato su un pentagramma degli Unsane, fa sorgere anche una ulteriore considerazione, e cioè che (a volte) non è importante ciò che si dice, ma come lo si dice. E, qualunque cosa vogliano dire, i Laghetto la dicono dannatamente bene.

Recensione tratta da dpunk
Questo album, registrato nel giugno 2003, è arrivato alle mie orecchie solo nei primi mesi (freddi!) del 2004 in versione live al Paso di Torino. Grande carica sul palco di tutti e quattro gli elementi, forse non apprezzati quanto avrebbero dovuto essere dal pubblico in sala.
Il "prodotto esterno" è curatissimo ma la grande sorpresa (semi-annunciata!) è il contenuto…grandi testi, ritmi che riescono a passare da tranquillità (apparente!) a forti accelerazioni in 7 secondi ( ho contato personalmente!!). Hard core bolognese che merita un grande applauso.
Affianco ai testi troviamo anche una sorta di spiegazione, un significato degli stessi. Questa è una cosa utilissima per chi crede che la musica non sia solo un prodotto commerciale ma una vera e propria forma di arte .Stupende "Proud of my pappagorgia" e "Requiem for CB". La linea del disco si schiera dalla parte dei ninja e prova eccellente per la canzone suonata da Tuono Pettinato"divorato" da Carla Bruni.

recensione tratta da enterozine

Con un titolo del genere si è già un po' sul 'chi-va-là' ed effettivamente l'attesa è ben ripagata: thrash, art-core con testi assolutamente imprevedibili. Cito solo 'devoured by carla bruni' e 's.s.napoli football players 1982-1989' con un elenco di giocatori del napoli nel periodo indicato.. Un lavoro ben confezionato, nel senso del 'package' e anche nel senso della produzione artistica. se siete abituati a cloni di blink182 e green day, lasciate perdere. se vi piacciono le cose...stimolanti, fa per voi.

ecensione tratta da passione alternativa

Coproduzione in grande stile per il nuovo disco dei Laghetto. Il loro ninja core mi fa impazzire da matti, la loro esplosione musicale è glaciale a tal punto, da distruggere tutti i rivali concorrenti. La loro musica e una sinfonia di Back con l'aggiunta di una instancabile posizione "massonica", "luterista". Coinvolgenti nella loro disorganizzazione più completa, spaesati, come un guardiano d'hotel nel mondo dei morti. Sofisticati e poco razionali, corrotti dall'instancabile voglia di musica. In un nome tutto da scoprire, una vena artistica da artisti da baraccone, da barboni della storia aristocratica. Pungenti al punto giusto, e calcolatori in varie sezioni penetranti del cd, puri come una vodka d'estate e sporchi come un quartiere malfamato di New York d'inverno. La parola soft nel linguaggio burocratico dei Laghetto, non esiste, loro sono scontrosi, feticci, sempre perennemente incazzati. Sound penetranti e costosi, arrapanti, e scontrosi di base, insomma una miscela di amore e odio giornaliero. Pezzi dall'aria immacolata, si trasformano in ambizioni scatenanti personalizzate, i migliori in ordine di preferenza "Uomo Pera", "La mano senza dita" e "Ninja core". Conclusione:prelibati in assenza d'ossigeno!

ecensione tratta da perkele

Le vie della musica sono infinite e i Laghetto ne sono la dimostrazione. Il loro è il più assurdo e dissacratorio campionario di suoni e pensieri che sia mai capitato di ascoltare ultimamente. Hardcore? In parte. Psichedelia? Un pizzico. Crossover? Qualche traccia. E' tutto l'insieme che delizia e sconvolge, basta analizzarlo con attenzione: il titolo del disco è "Sonate in bu minore per quattrocento scimmiette urlanti", i testi sono surreali e grotteschi, l'artwork è curato in ogni minimo dettaglio, la musica varia in continuazione, passando da momenti folli ed estremi ad altri pacati e dilatati.
Per esseri più chiari, il cd inizia con un gorgheggio d'opera e si perde subito nei meandri di "Proud of my pappagorgia" e "Uomo pera", hardcore evoluto o postcore, come diavolo lo si vuole chiamare, in ogni caso un mix di delirio e coraggio che fa paura. Splendidi schizzi psichedelici fanno capolino in "Requiem for CB" (dedicato alla memoria di Carmelo Bene), ritmiche sparate a mille, break momentanei e urla forsennate compongono "L'odore dei pomeriggi (quando li butti via)", l'interferenza di un cellulare blocca "Devoured", cover di Carla Bruni (!?). Ora giudicate voi se si può essere più insani di mente…
"Ninjacore", con i suoi esasperati cambi di tempo, è il pilastro centrale su cui poggia l'essenza stessa dei Laghetto, l'estetica del ninja è presente in ogni sfaccettatura della loro incredibile personalità, simbolo di un modo antico di vivere il mondo di oggi. Passando attraverso il frammento post rock di "Armageddon in casa LaPenta" si arriva a "S.S. Napoli football players 1982-1989", maniacale elenco di tutti i giocatori del Napoli delle suddette stagioni, da Rud Krol a Maradona, il cui nome è invocato a gran voce… per un gruppo di Bologna non male come astrazione mentale, no?
Il gran finale giunge con la strumentale e intricatissima "Gioele stai attento" (meno stupido di quanto si crede ciò che è riportato in proposito nel booklet: "La mamma aveva un figlio di nome Samuele. Adesso ne ha un altro e si chiama Gioele"…) e con "La mano senza dita", atto finale di un cd che consacra i Laghetto a rivelazione assoluta del sottobosco sonoro italiano.
Un gruppo assolutamente delirante, geniale e diverso, ma nel vero senso della parola!

recensione tratta da taxidriver

Mai visti tanti marchi di etichette su un unico disco. Che, alla fine, servono per sigillare un prodotto di qualità, dato che questo album, i Laghetto, se lo sono autoprodotto. Partendo da DonnaBavosa, passando per BarLaMuerte, Riot, Shove, Kick, finendo con Produzioni Sante, se tutti hanno voluto metterci le mani sopra un motivo ci sarà. Eccome se c'è! Potete passare sopra all'ironia demenziale dei titoli, dei testi e di tutto l'insieme. Oppure potete gustarvela appieno (Uomo Pera, S.S.Napoli Footbal Players 1982-1989, Requiem For CB -ovvero Carla Bruni) e certamente l'aspetto musicale rimarrà intatto. Un deflagrante post-hardcore di matrice folle e incontenibile. I paragoni di Refused, Helmet, Unsane potrebbero bastarvi ma anche dirvi niente. Pensate ad un frullatore impazzito capace di tagliare e distruggere ogni cosa che gli passa vicino. Irriverenti, distruttivi, potenti, pesanti, nichilisti, geniali. In una parola IMMENSI. Non facili, non orecchiabili, ma stimolanti e pericolosi. Sembrano in 50 da quanta energia esce dalle casse, in realtà il gruppo è nella classica formazione a quattro. L'unico termine di paragone per il disco è il grandissimo "The Shape Of Punk To Come" dei Refused. Se sentite la mancanza di un seguito comprate queste "Sonate In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti", altrimenti fatelo lo stesso: la parte insana di voi verrà fuori in un'istante. Il disco italiano dell'anno!

recensione tratta da komakino

Metal core? Ninjacore? Cmq metallici, schizzati x scelta (Devoured by Carlabruni), potenti, spesso veloci, dementi (tutto il booklet con titoli all'insegna di un Verissimo/Eva3000 misti a filosofie proprie). __koma ## I Laghetto ci sorprendono davvero nel loro pastiche un po' hard-core-emo-post-core.Tracciarne un sommario resoconto è cosa ardua; la loro è una trama musicale ostica, segnata da inaspettate e violente esplosioni di suono che obbliga, per definirne i contorni, il riferimento ad una delle band più significative del post-rock italiano: I Nuvolablu. Richiamare un simile nome può far solo piacere ai Laghetto, che ci consegnano un suono personale, e un riffage assai piacevole, impreziosito da micro-melodie sapientemente incastonate nei nodi di una trama musicale, sempre capace di imprevedibili accelerazioni. Ad un cantato urlato stirato sino all'estremo della rottura vocale fa da contrappunto una voce assai nitida, salvo poi le due voci mescolarsi nello squasso di una delirante commistione d'insieme. __by Barlac

recensione tratta da punkforfun

Geniali. E con questo intendo: “sclerati”, malati, psicopatici,liberi e spudoratamente originali. I Laghetto sono senza alcun ombra di dubbio una delle realtà più particolari e difficilmente classificabili dell’intero panorama alternative Rock (con la R maiuscola) italiano. Come riuscire a dare una definizione sensata a ciò che i Laghetto danno alla luce con questo “Sonate in Bu Minore per quattrocento scimmiotte urlanti”?Praticamente impossibile! Persino il titolo è tutto un programma… sfido tutti voi ad estrarne il significato! I Laghetto sono riusciti a ritagliarsi un mondo parallelo,dove regna creatività,pazzia, ma soprattutto libertà di porsi davanti alla musica senza alcun tipo di confine. Sotto le lyrics assenti di alcun significato ben preciso come sotto la struttura dei pezzi privi di alcun senso potrebbero nascondersi una forma di protesta verso ciò che è troppo spesso la musica oggi. Troppo legata agli schemi dettati dalle mode che invadono la scena “rock’n’roll” in generale.  Un mix vincente di accenti in chiave noise sulla scia dei mitici Refused, metal, hardcore, indie, punk-rock, post rock, rabbia vocale e una composizione dei pezzi che spesso e volentieri non hanno nè capo nè piede,rappresentano la vera essenza di un gruppo che per quanto possa sembrare composto da quattro insani mentalmente (o forse lo sono?),è in realtà figlio di gente che è riuscita a trasmettere il proprio messaggio esplorando nuove vie,e non è poco!...grandi!

recensione tratta da rocklab

Dopo una lunga serie di concerti per l'Italia e una demo, finalmente i Laghetto riescono ad ufficializzare la loro cattiveria tramite contratto discografico. Il loro potrebbe essere sicuramente e comunemente definito hardcore, mazzate in faccia e sullo stomaco, improvvise accelerazioni e decelarazioni, liriche urlate, ed i soliti detti comuni sul genere.. se non fosse che loro non sono solo hardcore. Se non fosse che sembrano i Refused dati al noise. Se non fosse che scrivono liriche apparentemente dedite al non-sense che celano però momenti di profondità. Basti pensare ad esempio a "Requiem for C.B." pezzo nel quale omaggiano Carmelo Bene -colui che ha scosso per decenni la figura del teatro e del cinema in Italia, colui che poteva essere raffigurato come la figura del "maledetto", del "diverso", del "pericoloso"- pezzo sussurrato, pezzo di profonda quiete, di angoscia, teatrale come il soggetto del quale si parla, e che esplode nel finale, rabbiso, come una corda tirata per troppo tempo. Sarebbero comuni se non fosse per "Gioele, stai attento", lavoro strumentale dell'intero disco. Se non fosse per gli stop and go ritmici de "l'odore dei pomeriggi (quando li butti via)". Se non fosse per le sferzate noise, il basso martellante e la ritmica distruttiva in "Uomo pera". Se non fosse per il neanche tanto velato punk e lo stacco strumentale in levare in "ninja Core", nome col quale il gruppo definisce il loro genere. Se non fosse per "la mano senza dita" e il suo testo (Quando ho capito di non poter essere protagonista /Ho deciso di fare il narratore, almeno quello ama la sintesi). E ora, dopo aver capito che non sono solo un semplice gruppo hardcore, sfatiamo un altro mito, che potrebbe venire creato leggendo alcuni testi delle loro canzoni e il titolo dell'album: no, non sono degli idioti, o persone che non hanno niente da dire. Ce l'hanno eccome, e usano come escamotage letterario quello del non senso. E con questo attaccano tutto ciò che abbiamo intorno, attaccano con rabbia, dopo aver ben ponderato. Siamo davvero sicuri che "proud of my pappagorgia" sia solo uno scherzo? Lo siamo anche quando ci urla che "il vizio è distinto dalla virtù, ma non per questo è peggiore/ si tratta esclusivamente di un sistema di valore / io non sarò vittima della verità, vittima di un sistema di credenze relative"? Siamo sicuri che l'Uomo pera non rappresenti veramente qualcosa, qualcosa che ci tocca da vicino, qualcosa di mediamente basso e banale, volgarmente italianizzato, che ci sfiora tutti i giorni? Certo non mancano momenti di puro delirio come "SS Napoli Football Players 1982-1989", in cui riesco a sentire parecchio l'influenza del primo lavoro dei Linea77, e nella quale vengono citati i nomi dei giocatori del Napoli (!?) o in "Armageddon in casa Lapenta" il cantante ci liquida con "bello di nonna." o "Divoured by Carlabruni, ma che di certo non danno respiro, ne abbassano di tono l'album. In sintesi, pensavo che in Italia la furia, dopo essere stata sollevata per poco tempo con i l primo lavoro dei Linea77 (ovviamente parlo della scena più "famosa", tralasciando gruppi punk e hardcore che non riescono a emergere ma che lavorano nell'underground da decenni, basta pensare solo ai Rappresaglia o i Los Fastidios o i De Crew), fosse finita. Mi sbagliavo e mi sono dovuto ricredere. Qualcuno sembra ce l'abbia fatto e con grande classe. O forse è solo schizofrenia.

da Afireinside

L’oligofrenia dovrebbe essere un diritto di tutti? Forse...Sicuramente i laghetto ne hanno fatto un dovere; e chi ha avuto il piacere, come me, di ascoltare “Sonate in bu minore per quattrocento scimmiette urlanti” , il loro primo full-lenght, converrà con me che questa è verità.Infatti questo lavoro è pregno di quella follia che è a tratti identificabile con la genialità.Il suono è quello post-hard-core svedese all Refused contaminato in mille direzione, almeno così si dice in giro; dal mio canto mi sento di aggiungere soltanto che a sonorita questi ragazzi non hanno nulla da invidiare a nessuno... le canzoni sono molto varie e assolutamente potenti, tanto per capire cosa intendo consiglio l’ascolto di “l’odore dei pomeriggi (quando li butti via)” o “la mano senza dita”, come se non bastasse il tutto è condito da liriche da psicoanalisi (ma infinitamente belle che spesso sono loro stesse l’analisi di un certo modo di vedere le cose) gridate da 1, 10, 100 voci che si sovrapongono dando origine ad un’inarrestabile fremito lungo la spina dorsale. Bhe forse sullle 100 voci ho esagerato, ma tutto il disco fa uso di una costante presenza di 2, spesso 3, voci mai fuoriluogo o forzate. Il cd parte con le parole “shame on you Bush” ma saranno l’unica nota esplicitamente politica del disco.A ruota seguono 10 tracce di suono abrasivo e testi ambigui, ricchi di doppi sensi e giochi di parole, tutti da capire ed apprezzare per la loro genialità o quantomeno originalità. Infatti penso che tutto l’album sia un continuo susseguirsi di messaggi e criptici e significati più o meno nascosti. E se a volte non ci fosse niente da capire? E’ questo il fascino dei testi dei Laghetto, che riescono a fare una canzone cantando i nomi dei calciatori del Napoli, lasciandoti il dubbio che sotto ci sia qualcosa di più che non si riesce a cogliere. Comunque per venire incontro al lettore, sul libretto ogni testo è commentato con una breve spiegazione d’introduzione al tema trattato nel brano.Ma il cd dei laghetto riserva molte altre particolarità e sorprese che non vorrei stare a svelare troppo togliendovi il piacere di scoprirle da soli. Concludendo... un cd curatissimo sotto ogni aspetto. Consiglio l’ascolto della terza traccia “requiem for cb”, una canzone sul tema della morte che tratte il tema in maniera assolutamente originale e suggestiva. Non mi resta che ribadire anch’io: uomo pera MERDA.

recensione tratta da lamette

Sono un fan del Ratigher disegnatore, anche se fino a cinque minuti fa ignoravo che avesse un alter ego punk, e lo stesso discorso vale per Tuono Pettinato. Poi me li ritrovo entrambi su questo ciddì, siccome basso/voce e chitarra dei Laghetto, e mi rendo conto che tra le altre cose sono anche due terroristi sonori, e che l'originalità del loro rumoristico clan va ben oltre l'ormai consueto passo al di là del limite della follia. E il bello è che suonano pure da paura. Ma andiamo ad esplicare Sonate in bu minore per quattrocento scimmiette urlanti (il titolo la dice lunga, credo).
 Ninjutsu, hardcore old school, neologismi improbabili (?), linee di basso distortissime, voci grind e brani recitati, influenze emo ed influenze noise, testi apparentemente deliranti e testi deliranti per davvero. Questo ed altro troverete, suppergiù, nelle dieci tracce che compongono questo mirabolante ed immaginifico ciddì, che mi ha messo in serissime difficoltà perché è praticamente inclassificabile, indescrivibile, incatalogabile e pertanto quasi irrecensibile. Comunque m'è piaciuto, e parecchio. Digipack incredibile, coproduzione di massa (li cito tutti: Donna Bavosa, Shove, Bar La Muerte, Riot, Anemic Dracula, NC, Smartz!, Hurry Up!, Radio Riot, Fbyc, 8mm, Kick, Vacuum, Cervello Morto, Produzioni Sante) e cinque euri di prezzo di copertina presso Radio Riot ('na miseria!) per un disco che non vi lascerà la benché minima alternativa al seppuku e che pertanto dovrete assolutamente procurarvi, dannate scimmiette cacacazze in cerca di novità. Uno shuriken in fronte a chi non se lo piglia.

recensione tratta da id-box

Dei bolognesi Laghetto, che festeggiano quest’anno i quattro anni assieme, si può dire tutto ed il contrario di tutto, ma sarebbe impensabile l’idea che essi possano passare inosservati. È poco ma sicuro che se vi è capitato di avere sotto mano questo loro primo full-lenght, non ve ne potete essere dimenticati. Chi ha visto en passant “Sonate In Bu Minore Per Quattrocento Scimmiette Urlanti” ne avrà certamente apprezzato lo stiloso packaging in cartone, chi l’ha aperto sarà rimasto stranito dal quanto meno curioso bootleg, ed infine, chi ha inserito il cd nel lettore si sarà trovato in camera una masnada di suoni deliranti e -assicurano i laghetto- totalmente analogici. Il sound di questo lavoro del quartetto emiliano si rifà alla vecchia scuola dell’hard-core, e ad esso vengono accostate liriche ai limiti -spesso valicati- della comprensibilità. Talvolta tuono pettinato e soci trasmettono nei loro testi una vena artistica di poesia “malata” (“La ragione ha torto, quando ho capito di non poter essere il protagonista ho cercato di essere il narratore[…] ma è un narratore che dubita della veridicità del proprio racconto, se la creazione non gli si dà se non per amore di qualcuno che non è se stesso”), in altri passaggi risultano quasi irritanti (si veda in proposito la canzone “Gioele Stai Attento”, il cui testo che consiste in poche agghiaccianti parole: “La mamma aveva un figlio di nome Samuele. Adesso ne ha un altro, uno nuovo, e si chiama Gioele”), ma nella maggior parte delle situazioni i Laghetto lasciano semplicemente attoniti e pieni di domande. Per esempio: che senso ha che un membro del gruppo - che si fa chiamare tuono pettinato - suoni una fintissima chitarra di plastica? E ancora: cosa può portare un gruppo a scrivere mezza canzone (traccia otto) elencando nomi e cognomi di calciatori? E si potrebbe andare avanti per ore nell’impervio tentativo di decriptare tutti gli elementi di questo compact disc. Come visto sopra, sono indubbiamente più diretti ed immediati i suoni: furiosi, sconvolti, strepitanti ed accompagnati da una voce sgolante e tribolata. Come si diceva qualche riga fa, se deciderete di “mettervi in casa” i Laghetto sappiate che non busseranno chiedendo permesso, ma sfonderanno la porta… E probabilmente voi rimarrete lì con i vostri perché.

recensione tratta da phonoteca
Rende felici ascoltare un disco così. Vedere che un gruppo che esaltavi per un demo, è riuscito a realizzare un disco intero, un lavoro unitario, mantenendo ciò che ti era piaciuto in quel piccolo ciddì, ed anzi è riuscito a migliorare ancora, inserendo roba ancora più figa, è decisamente bello. Tipo che non riesci a non ascoltarlo almeno tre volte al giorno. Se già il demo evidenziava un gruppo personale, questo nuovo disco toglie ogni dubbio a riguardo. Mi spiego meglio: i pezzi contenuti in Sonate in bu minore…, riescono in qualche modo a essere perfettamente in linea con quello che i Laghetto già erano (e qui si può citare i Refused, gli Helmet, gli Unsane, ecc…), ma sono semplicemente meglio. È un percorso naturale, penso; si inizia ispirandosi a determinate cose, ma poi si cresce, le si rilegge in modo personale e ci si aggiunge del proprio. Si è più consci di quello che si produce, ci si distacca da influenze, ogni tanto più che evidenti, e si finisce per trovare la propria strada. Ovviamente i gruppi che abbiamo citate tre righe in su ancora si ritrovano in queste dieci tracce (e ce ne si trova pure di altri, scoprendo che i tre s’ascoltano un botto d roba nuova…vedi Requiem for C.B. o l’inizio di S.S. Napoli footbal players) ma si vede, si sente perfettamente che c’è molto di più. Anche perché oltre alla musica, nei Laghetto ci sono i testi…Testi incredibili, bellissimi, ricercati, devastanti, divertentissimi grazie ai quali i Laghetto riescono, in strutture solidissime, sincopate, aggressive e urlate, intervallate da vertiginosi momenti più astratti e quasi free (la parte centrale di L’odore dei pomeriggi o la quasi strumentale Gioele stai attento), ad incanalare un loro preciso immaginario. Un mondo fatto di Ninja, di tigri mutanti, di modelle divorate da insetti, di soli sudati, di mani senza dita…insomma di folle e apatica aggressività. E la musica che fanno è l’unica pensabile per rendere al meglio e chiaramente ciò che hanno da dire.Quindi più che di un semplice disco, potremmo parlare, se non avessimo paura di sparale grossa, di un Manifesto (sentite a riguardo l’intro a Uomo Pera o l’invocazione Ninja in Ninja Core), di un preciso Concept Album su un modo di pensare e di affrontare le cose. Che a me piace tantissimo.Applausi scroscianti per il packaging, per i testi e per Tuono Pettinato (che è un po’ l’anti Chiuaua e la reginetta dell’estate) (Federico Bernocchi)

recensione tratta da stewey's star n.4

Il nuovo full lenght delle disastrate menti bolognesi mi giunge amico e lieto. Lo si aspettava legittimamente, dopo quel mezzo ciddì su Loudblast che poco ma poco merito rendeva ad una band che io praticamente amo. E mica solo io! Anche per questo dubito fortemente che esistano molti italiani completamente privi di nozioni al loro riguardo, e dunque tentare di parlare dei Laghetto come se fossero materia ignota alle masse mi mette un po' d' ansia addosso. Ci provo, ad ogni modo. I Laghetto mi pare abbiano detto qualche volta in prima persona, anche esplicitamente, di ispirarsi ai Refused; sebbene sia un po' complicato stare loro dietro quandunque esprimano il loro pensiero, la cosa non può che trovare conferma nella musica delle "Sonate in bu minore...". Direi più che altro i secondi Refused, non già quelli di "This just might be...". E' una faccenda di ricchezza di spunti, una di quelle cose che ti fanno bestemmiare il vocabolario italiano perchè vorresti usare un sinonimo della parola "eclettismo" e non ti viene. Però vorrei anche aggiungere che i Laghetto hanno un debito nei riguardi degli Helmet perlomeno impagabile, se non forse a colpi di culo al Superenalotto; per quanto in effetti, avendo le sinapsi che sono andate tutte, una per una, a puttane, tutto quello che i Laghetto tentano di riproporre in realtà lo stuprano e lo fanno diventare insano, giocondo, ma anche pesante, rumoroso, noiseggiante, sincopato, originale, stressante, curioso, eccessivo. E qui volendo si innesta perfettamente il discorso di "Proud of my pappagorgia"(Refused, ancora), proprio nel senso che "ma che cazzo di discorso potrebbe mai essere?". Boh, dico io. "Bello", dite voi. "Certo", dico io. E dico pure che dedicare una canzone a Carmelo Bene è cosa più che buona, molto più che giusta: "Requiem to CB", una colonna sonora in prima istanza, un qualcosa che non so perchè mi richiama alla mente gli Integrity in seconda (istanza). In terza istanza la follia di "Devoured by Carla Bruni", e mi metto a piangere dalla più sconcertata gioia, e poi "Ninja Core", finalmente il Manifesto, chè se avete letto l' intervista e se siete acuti osservatori attenti alle sfumature, probabilmente la parola ninja vi dice qualcosa. Potrei anche continuare traccia dopo traccia, ma tanto sono quasi finite e soprattutto è quasi finito lo spazio. Quindi facciamo come quelli che i Laghetto tentano di spiegarli con un po' di serietà: accade spesse volte che la gente che decide di fare musica contingenti le proprie influenze e propensioni in favore di un ordine superiore "ideale", che di solito si fa chiamare "noi sappiamo che vogliamo fare proprio questo, e basta". Chi stabilisce dall' inizio il proprio percorso con tale contegno, come tutti nella vita, può vincere o perdere; qui non ci interessa saperlo. I Laghetto, di per loro, appartengono invece a quell' altra scuola di pensiero che pretende che quando si va in sala prove tutti debbano ricordarsi di portare il proprio bagaglio musicale al completo, e che partendo da quello/i di limiti si debba potere non parlare. Anche in questo caso si può vincere o perdere; a dire il vero accade più spesso che si perda. Si tratta di una filosofia poco fruttuosa, detto in altri termini. Ed invece, guarda un po' i casi della vita, i Laghetto non li sconfigge nulla. Va da sè che chi non apprezza i Laghetto è un ladro ed una spia.

recensione tratta da noize

La pazzia dei laghetto si vede dalle piccole cose...inizare un cd con un gorgheggio dell'opera per poi partire con un psycho-post-mad-hardcore non è da tutti. Bhe anche intitolare un cd "Sonate in blu minore per 400 scimmiette urlanti" non è male... Inizio dall'analisi dei testi...allucinanti, la sagra del non-sense...detto così potrebbe farvi storcere il naso ma vi assicuro che nel contesto del cd nulla è superfluo o lasciato al caso, tutto si amalgama fino a creare un contesto di pazzia sonora e lirica da paura!!!! Spiccano ne cd OHM PERA (che fin dal demo è stata la mia preferita per i suoi schizzi sonori e vocali), poi c'è la cover di Carla Bruni (dai, la modella che un giorno ha deciso che poteva anche scrivere canzoni) che viene interrotta dall'interferenza di un telefonino...heheheheh Si continua con ninja core, il ninja è una tematica che ricorre spesso nel sito ufficiale e anche nel booklet, magari in un intervista (ammesso che le risposte possano essere sensate...dubito) chiariremo anche la figura del ninja nella mitologia laghettiana.... Anche SS Napoli footballplayers 1982-1989 merita una nota dato che inizia in inglese per poi partire ad urlare i nomi dei giocatori del napoli delle citate stagioni....urlando a squarciagola DIEGO ARMANDO MARA DONAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA. Poi si arriva alla canzone impegnata nel sociale: Si chiama "Gioele stai attento" il testo è praticamente inesistente ma nel booklet campeggia la seguente scritta:"La mamma aveva un figlio di nome samuele. Adesso ne ha un altro e si chiama gioele", A buon intenditor poche parole..... Con "La mano senza dita" si conclude uno dei cd più assurdi ma allo stesso tempo può interessanti che abbia mai ascoltato....Una voce fuori (ma veramente fuori) dal coro in Italia. Laghetto rulezzzzz

recensione tratta da radio suicide

Quando ho ricevuto questo cd e ho letto il titolo “sonate in bu minore per quattrocento scimmiette urlanti”, mi è subito venuto spontaneo di esclamare: “questi sono pazzi!”. In effetti non mi sbagliavo! Vorrei però specificare che la loro è una geniale pazzia. Un cd fatto di 10 tracce che vi lasceranno a bocca aperta; libertà compositiva che abbatte gli standard schematici con testi che meritano di una soffermata lettura percependone l’ironia che a tratti si trasforma in grande stupidità (ssNapoli football players 1982-1989) sono le caratteristiche di un cd che è difficile da paragonare stilisticamente ad altri lavori, se non azzardandone un avvicinamento ai Refused, sia per le caratteristiche che portano con se alcuni riff ma anche per la grande genialità compositiva. Per fortuna ci pensano loro autodefinendosi come appartenenti al ninja-core! Influenzato a 360° questo disco porta principalmente caratteristiche post-core e state tranquilli che in giro di materiale del genere se ne trova ben poco. Purtroppo per me non ho ancora avuto modo di assistere alle loro famose esibizioni live, caratterizzate anche dalla collaborazione di TuonoPettinante, quarto membro della band che si offre alla chitarra finta (avete capito bene, una chitarra finta!!). Che dire in più se non spingervi all’acquisto di questo cd dissacrante e insano!

recensione tratta da sonicbands

Ascoltando il disco dei bolognesi Laghetto, mi accogo di quanto sia ancora possibile plasmare un genere (apparentemente non troppo personalizzabile riferendomi alla scena italiana) come l'hardcore. Hardcore inteso come suono roccioso e muscoloso nel quale i Laghetto riescono a infilarci dentro molte altre influenze (come noise, rock ecc..), rendendo davvero piacevole l'ascolto di questo "Sonate in Bu minore per 400 scimmiette urlanti ". L'originalità e una certa "follia" di fondo aleggiano per l'intera durata del cd (ottimamente "impaccato"), che sembra influenzato, almeno alla base, prevalentemente dai primi Refused, ma aperto a mille altre influenze, capaci di far anche emozionare. Interessanti le scelte vocali, con certi passaggi molto azzeccati, che certamente risultano essere la cigliegina sulla torta del cd in questione. A parte un intro piuttosto banale, le tracce proposte godono di potenza, originalità ed immediatezza, senza cadere mai nel deja vu. Tra le canzoni che mi hanno maggiormente colpito per la loro "integrità" ci sono "Uomopera", "Proud of my pappagorgia", "L'Odore del pomeriggio (quando lo butti via)" e "Armageddon in casa Lapenta". Da segnalare la presenza di "Requiem of CB", bellissimo brano dedicato a Carmelo Bene, scomparso attore teatrale, del quale vengono utilizzate le parole che fluttuano sulla musica composta dalla band. La proposta è più che interessante, i Laghetto hanno il merito di aver messo in mostra uno stile personale ed estremamente divertente. Grandi!

recensione tratta da SOA

Il nome ed il titolo fanno già alzare gli occhi al cielo; artisti del cazzo. Ma già quando mi arrivò qualche tempo fa un promo di sto gruppo di -credo- bolognesi, avevo deciso che mi piacevano. Catalogabili nel filone screamo-core saltuariamente tendente al pestone, testi da fusi di testa. Sarà che quando si esula dal discorso anticimex-extreme noise terror io vado un po' nel pallone... Comunque i nostri si sanno far apprezzare; già dalla confezione del cd di buon gusto, che in un paio di testi di vero delirio. Musicalmente divertenti, registrati non eccepibilmente, ma non si può voler tutto... Acquistano punti con i rimandi a Cronaca Vera nel libretto del cd. Acquistano altri punti per il testo interamente dedicato al Napoli, la squadra di calcio, in cui i geni citano alla rinfusa una ventina di vecchie glorie tra l'82 e l'89, dai quartultimi in A a campioni scudettati. Tuttavia non viene citato l'indomito Garella, portiere dedito alla parata di ginocchio o il venduto Vinazzani che una volta passato alla Lazio ci fece assegnare bel 9 punti di penalizzazione per partite truccate... e ciò non è bene. Il cd viene alla luce grazie ad una cordata di 15 (quindici ?!?) etichette/realtà/come volete farvi chiamare, ed io ho sempre visto un po' il fenomeno come una perdita di valore dell'opera tutta, ma saranno pure i miei gusti difficili del cazzo...

consigliato

recensione tratta da STNT
Je ne connais rien de laghetto, groupe italien de Bologne formé en 1999. Pourtant du coté sonore, laghetto est vraiment un très bon groupe d'Italie…Italie? Laghetto rajoute justement une couche créative avec des influences très bien digérées, très bien recrachées sans copier-coller. AH! AH! Pas mal du tout en ces temps de recopiage stérile. Laghetto se permet de passer du Tutti Pazzi à little dreamer en rajoutant des strates à la rorschach, merel, iconoclast, contropotere, kina, citizen arrest, merel, neurosis et même refused, fugazi, tragedy, etc. Pas désagréable, ce côté mélodique qui évite le brutal core et construit un nouvel hardcore italien bien pris dans son côté historique et énergique. À surveiller sur scène, un très bon espoir! Plus que cela? AH! AH! Belle pochette en carton, un livret orange avec paroles en italien et en anglais, une coprodiy de 10 labels italiens, et hélas un site internet assez nul!

recensione tratta da danceofdays
iItalian hardcore that doesn't fit into any category. All in all it's energetic for sure, but it also lacks definition for sure which make the record quite arbitrary. Melodies and acoustic parts here, fast parts with punk rock touch there, screams, spoken words, singing, breaks and rock'n'roll. Whatever it might be, it seems like they are funny guys and they have fun doing this mixed music mass. Seems Italian to me. Or was it spanish? Technically we've got some fine production here...

recensione tratta da voidfaith

Italienska Laghetto's senaste album "Sonate in bu.." har funnits i min ägo ganska länge nu. En recension har dock länge känts ganska avlägsen då jag aldrig riktigt fått grepp om dessa tokiga italienare, redan när skivan och låten "Proud of my pappagorgia" inleds med operasång och en manlig agitatorröst gång på gång säger "We are against this war Mr. Bush, Shame on you Mr. Bush" försvinner det mesta i referensväg. Visst Laghetto må ofta vara relativt lätta att stoppa in i facket bland ny screamo ala Orchid, men väldigt ofta vet man dock inte vad man ska tycka om bandets musik då de friskt varvar de energiska och ibland smått melankoliska screamopartierna med old school körande, samplingar, diskotrummor samt onyanserade och trötta hc-riff. Är det skitbra och unikt? Eller är det raka motsatsen? Trots att skivan spelats ganska ofta på senaste har jag fortfarande inte kommit fram till något konkret svar att dela med mig av.Italien har producerat många bra band i hardcore/screamo väg de senaste åren. La quiete, Raein, La falce mfl. är väl alla exempel på dessa. Många av dessa band, precis som Laghetto, har även valt att sjunga på modersmålet vilket jag ofta tycker är otroligt snyggt. Man förstår kanske inte så mycket alltid men de flesta verkar dock även ha för vana att översätta texterna till engelska vilket även är gjort här.Även om det må verka som "Sonate in bu.." inleds väldigt seriöst och med politisk anknytning precis som flera andra textstycken så är de oseriösa och halvknasiga texterna inte heller ovanliga. Ta "ss napoli football players 1982-1989" (som för övrigt lätt är skivans starkaste spår!) till exempel, där bandet bara skriker namnen på alla de fotbollsspelare som spelat i Napoli mellan 1982 och 1989! I den senare delen av bookleten finns alla texter som sagt översatta till engelska och där kan man läsa: "Uhm.. Yes, it's really a bunch of names of football players who played for SS Naples between 1982 and 1989. Should we translate it with Blackburn rovers players?""Sonate in bu minore per quattrocento scimmiette utlanti" och dess tio låtar övertygar i slutändan inte överdrivet trots all charm och alla lättlyssnade partier. Det fattas något som trollbinder och håller intresset vid liv. Det är ett eget hopkok och Laghetto låter inte som något annat band jag hört, vilket dom ska ha all cred för. Men tyvärr så räcker det inte hela vägen.

recensione tratta da uveviolence

Continuamos con el material este del sello italiano Shove records esta vez de la mano de Laguetto que son de Bologna y en este disco colaboran nada mas y nada menos que 16 sellos/colectivos y hasta un bar!, el bar "La muerte" toma ya!.Bueno nada mas pensar como cojones se han podido poner de acuerdo 16 personajes para sacar este disco, dan ganas de no escucharlo. Bueno seamos respetuosos, aqui aparecen diez temas, cantados en italiano en poco mas de media hora, donde mezclan a unos Refused con Helmet o Unsane; ellos por lo visto lo llaman ninja-core, cagate! (ahora que me fijo el dibujo de la portada viene a ser una ninja).Me quedo con los dos temas instrumentales "Armaggedon in casa lapenta" o "Requien for cb" una estupenda canción con un paisano diciendo cosas en italiano y en general con la calidad que desprende el disco en si, que unido a la presentación en digipack de carton recortado, hace muy digerible este disco que saldrá en los proximas semanas, ya que esto es primicia eh!

recensione tratta da mmamm

Desde la italiana ciudad de Bolonia nos llega este disco de cuidada presentación en digipack, para cuya edición se han puesto de acuerdo el sorprendente número de 16 entes diversos (sellos, tiendas e incluso un bar). Entre sus pistas nos encontramos 10 canciones cantadas en italiano a medio camino entre Unsane y Refused, una suerte de new school hardcore donde también se dejan oír ciertos toques screamo. Como nota curiosa, a mitad del disco se permiten "homenajear" a Carla Bruni. ALFONSO.

recensione tratta da freakout

I Laghetto sono un quartetto attivo da quattro anni. Partiti in tre: John Di Raudo voce e chitarra, Ratigher voce e basso e Gigei Ottone alla batteria, provenienti rispettivamente da Livorno, Pavia e Bologna hanno registrato nel ’99 un primo demo “Harry Bunch goes to heaven", che hanno presentato in giro per l’Italia, per poi approdare alla Loudblast. Nel 2001, hanno fatto uno split con i Magazine du Kakao e nel frattempo è entrato in formazione il chitarrista Tuono Pettinato, con cui hanno registrato un secondo promo. I Laghetto suonano un hardcore irregolare, estremo ed incapace di scendere a compromessi con la melodia. Nei loro testi emergono le figure mitiche deicombattenti ninja in calzamaglia nera. I testi, spesso introspettivi, nascondono una tensione che si riflette anche nella musica, dove la base ritmica serra le fila, mentre i due chitarristi corrono a due mila allora. Il cantato alterna parti estremamente ritmate ad un cantato dilaniato e rauco. Quando partono conl’acceleratore a tavoletta rendono i brani abrasivi e deliranti. In alcuni frangenti ricordano la tensione tirata al massimo dei Neurosis, in altri, invece, come nella curiosa “S.S. Napoli footbalplayers 1982 – 1989” si inerpicano sulla linea Linea 77 – Deftones. Se rallentano il ritmo è soltanto per passare al post-core screziato ed incerto. I Laghetto si trovano, dal punto di visto concettuale e di approccio nello stesso bailamme delirante dei Debord.

 

contact: laghetto@donnabavosa.com | | news | bios | lyrics | music | shows | press | photos | links