ANCORA, PER RIAFFERMARE DI NUOVO COME CI PIACE FARE LE COSE, PER CONFERMARE
UN LESS TALK MORE ROCK* GENERICO MA DEDICATO CON FORZA ALLE
MANI CHE COSTRUISCONO MODI DI ESSERE, IN OPPOSIZIONE ALLE PAROLE DEL
TUTTO E DEL NIENTE. SCHIERARSI, SEMPRE E COMUNQUE, E SBATTERE LA TESTA
COME APE CONTRO FINESTRA CHIUSA. TENERE LE ESPERIENZE IN RETE PER
NON PERDERSI, PER NON RIMANERE IMPIGLIATI IN QUELLE ALTRE RETI CHE
INVECE DANNO L'ILLUSIONE DI UN CONTATTO MA CHE, ALLA FINE, LASCIANO
AFFOGARE DA SOLI. QUALCOSA DEVE CAMBIARE QUA INTORNO.
*NON
SI FA MUSICA CON LA MUSICA. ATTRAVERSO LA MUSICA SI CERCA DI FARE
QUALCOS'ALTRO.
il
pippone del 2007: POST- MTV
We
started something more than a faded sticker on a skateboard
Questo
festival è nato 7 anni fa come prosecuzione naturale dell'energia
che la scena
DIY Hardcore aveva
espresso negli anni 90, un'energia che tentava di convogliare la spinta
distruttiva del Punk verso
la costruzione a piccoli passi di una nuova sottorealtà. Una
Rete di punti luminosi che nascevano autonomamente e che trovavano
la conferma della propria esistenza negli altri punti luminosi, fino
a creare una tessuto che si autososteneva e si rafforzava con il moltiplicarsi
dei suoi nodi, in Italia e successivamente fuori dall'Italia.
Sotto
questo lento processo di tessitura di una Rete ci sono idee e visioni
del mondo comuni, riguardanti l'approccio al sistema dei consumi e
dei bisogni indotti, la critica delle strutture gerarchiche, il tentativo
di resistenza quotidiana al sistema di produzione forsennata basata
sul lavoro, e non ultima la lotta alla mercificazione della cultura.
In quest'ottica, la vita quotidiana è politica. La comunicazione
è politica. I mezzi di comunicazione sono mezzi e non fini,
le forme di espressione sono forme e non materie.
E'
passato quasi un decennio, e sotto i nostri occhi questa realtà
è andata modificandosi.
Da un lato, la comunità si è allargata grazie alle immense
possibilità che Internet ci ha messo a disposizione.
Dall'altro lato, i contenuti espressi da questa rete sono andati via
via sfumando e perdendo definizione, fino a scomparire, in alcuni
casi.
Da un lato, la quantità delle voci è aumentata a dismisura
in maniera democratica.
Dall'altro lato, la qualità e l'intensità dell'urlo
si è affievolito in un brusìo generale. La folla.
L'Anti[MtvDay]
è sempre stato un tentativo, riuscito o meno, di ridefinire
scopi e metodi, di alzare i toni, di cercare un paradosso consapevole
per mettere a fuoco la questione dei contenuti che una scena indipendente
DEVE per sua natura esprimere. Senza contenuti di rottura non c'è
scena indipendente. E poi LA domanda: indipendente da cosa?
Nel
2007 Bologna già da tempo non è più centro culturale,
né mainstream, né underground. Nel 2007 MTV abbandona
la città di Bologna come sede del suo festival. L'Anti[MtvDay]
perde così il suo divertente aspetto provocatorio culminato
l'anno scorso con l'accoglienza di numerosi sfollati dall'Arena Parco
Nord per colpa della pioggia inviata dagli dei del metal, e catapultati
in una realtà opposta, per molti versi contraddittoria ma ai
loro occhi assolutamente nuova.
Nel 2007 quello che chiamavamo "il popolo di MTV" adesso
è una generazione intera.
Per un'analisi del "popolo di MTV" è ancora valido
IL
PIPPONE degli anni scorsi,
ma solo in parte. MTV in questi anni è infatti diventata un
rete televisiva generalista, nella quale il ruolo della musica è
andato via via diminuendo fino quasi a scomparire, fatta eccezione
per i suoi canali satellitari che non possono però essere definiti
influenti sulla mentalità di una generazione. MTV si riposiziona
nel settore di Rai e Mediaset. I suoi vecchi conduttori sono assunti
da Rai e Mediaset. Le sue nuove conduttrici sono veline. MTV è
una rete come le altre, dunque non ce ne frega un cazzo.
Per quanto riguarda noi e il nostro discorso,
MTV non esiste più, e non ci interessa
più (a parte per deridere/insultare
gente discutibile le cui facce compaiono su quel canale) ma gli effetti
della sua esistenza sono presenti nella realtà e ormai assimilati.
Quello
che resta è il Post-MTV, forse
a tratti ancora più terrificante dell'era di MTV stessa. Parliamo
della nuova generazione di Myspace. Parliamo del neonato consumismo
del Punk HC DIY. Parliamo del mischione impastato fra realtà
DIY e situazioni "Wannabe Major", parliamo di processioni
per inerzia a quel convivio di ipocrisie chiamato Miami. Parliamo
della moltiplicazioni di gruppi alla ricerca di trampolini di lancio
verso il Nonsisacosa, o forse si sa cosa, è la
vecchia volpe e la vecchissima uva, è l'utilizzo dell'Underground
come primo passo verso l'Overground, è l'hype usa-e-getta,
il tentativo di sentirsi tutti artisti in nuce nell'epoca del precariato
globale.
In tutto questo la Rete reale è scomparsa, sostituita dalla
rete di amichetti (il cui unico pensiero è grazie per l'add)
ridisegnata dai geni di Murdock. I contenuti sono andati in secondo
piano. Si ascoltano i gruppi su Myspace (non lo strumento tecnologico,
di per sé utile e comodo, è in discussione ma l'utilizzo
sociale che se ne fa), massimo 3 pezzi da 3 minuti, compressi, senza
testi, senza niente, senza un oggetto in mano di cui nutrirsi per
un mese. Non si divora, non si digerisce, ci si limita a masticare
e sputare, in alcuni casi a cagare. Il valore dei gruppi spesso è
intangibile. L'importante fase della Gavetta è sparita.
Ci sono dieci miliardi di gruppi e non si capisce chi cazzo durerà
più di una stagione, né chi sia in grado di forare,
di spanare, o rifilettare. Siamo tornati nelle tane paghi delle
tastiere, e la musica è tornata ad essere musica, ha perso
la sua natura di mezzo per raggiungere qualcos'altro, ha smesso di
veicolare un idea e una speranza. O magari no.
Rimangono, nella foschia della rete, cittadelle fortificate che ancora
tengono in vita la voglia di lottare, a volte con molta buona volontà
ma con linguaggi sbagliati o obsoleti, a volte con buoni sistemi comunicativi
ma poche forze per agire sulla realtà. Il resto si ricombina,
si smonta e si ridisegna come Meccano a velocità impercettibile
all'occhio e all'analisi, tentando invano di ricostruire il fossato
coi coccodrilli che dovrebbe dividere Underground da Overground
Ma
non è una catastrofe. E' solo guardare la battaglia dalla collina,
ed essere ancora nano.
Quest'anno
il titolo del Festival rimane lo stesso, ma il colpo di coda
è un altro. E' il tentativo estremo di un pesce che si dibatte
fuori dall'acqua. E' lo sforzo per un reload della linfa vitale di
una sottocultura. E' l'introduzione di una speranza di un cambiamento
che riattualizzi i contenuti, da sempre veicolati da questo sottobosco,
nella realtà degli anni 2010.
E' l'auspicio, un giorno, di poter riaprire la bara e trovarci qualcosa
di nuovo.
Di ricette non ce ne sono, c'è solo la volontà di metterci
tutti di fronte ad un periodo di grossi mutamenti e alla necessità
di non perdere tutto e di non perdersi.
Vogliamo che la breccia continui e non si fermi. Chi ha nuove idee,
nuove forme, la forza di spaccare tutto, faccia un passo avanti nella
nebbia.
Alla
fine è solo un Festival Punk HC, giunto alla sua sesta edizione.
Essici per vedere se e cosa vuol dire
ancora Punk HC nel 2007. Essici per tastare il polso di una situazione,
per vedere ciò che succede, ciò che non succede,
ciò che potrebbe succedere.
Tutto si crea, tutto si distrugge, niente si trasforma. Ma l'energia
si può trasmettere attraverso lo spazio e attraverso il tempo.
Vado a togliere Also spracht Zarathustra dallo stereo. Non so se mi
fa bene.